Verso la porta della pace

222011426-8c88be0a-c315-4ff2-9c0e-f043c4ccc143Giocare per la pace. Fa strano una frase del genere anzi, il solo scriverla mi ha messo i brividi. Perchè? Beh, perchè la pace è un concetto grande, importante, serio. Per noi europei è (o sembra) normale vivere in pace e in democrazia; parecchi di noi sono nati senza avere vissuto sulla propria pelle gli orrori della guerra ma, al contrario, in periodi di prosperità e benessere. Parecchi noi sanno delle Crociate, dei conflitti mondiali, della Guerra fredda studiano libri di scuola e vedendo filmati in televisione.

Eppure in molti paesi del mondo il concetto di pace sembra una chimera, un sogno, una speranza: Israele, Siria, Iraq, Pakistan solo alcuni degli esempi di stati in conflitto perenne. Per quale motivo? Tanti. Tra essi la religione. Sì, proprio le professioni di fede sono fonte di guerre tra persone nate nella stessa città, con l’unica colpa di credere in qualcosa (qualcuno) di diverso dal proprio vicino di casa.

Si può giocare quindi per avere un po’ di pace? Sì. Se a volere una partita è Papa Francesco che chiede sostegno a un grande calciatore argentino come lui: Xavier Zanetti. Quella che si è giocata lo scorso 1° settembre tra Pupi e Scholas all’Olimpico di Roma, è stata proprio la partita interreligiosa per la pace che ha visto sul terreno di gioco o più grandi nomi del calcio internazionale (Maradona, Baggio, Del Piero, Shevchenko, Santa Cruz, Eto’o e tanti altri) ognuno con la propria fede religiosa.222011545-bfc317b1-f4b2-41bd-be24-91918c9b85d1

Novanta minuti di calcio vero dove non c’era tempo di litigare, dirsi male perchè lanciare un messaggio di pace aveva la priorità. Certo, il calcio non risolve i problemi del mondo; non può di colpo far cessare l’odio che scatena la guerra ma almeno per quei 90 minuti, chi ha potuto vedere la partita ha pensato solo a tifare per il proprio idolo. Magari migliaia per migliaia di bambini quella è stata la prima gara di calcio vista in tv o ascoltata per radio; magari due persone di religione diversa si sono abbracciati dopo il gol di del proprio idolo. Magari che poco prima impugnava un’arma ha preferito sentire gli echi delle esultanze invece di sparare. Solo sogni? Forse sì, forse no.

Il calcio è una passione e una passione è amore e l’amore non genera la guerra ma dopo una guerra può scoppiare la pace: è bello 222011588-c770f0df-eb6a-460a-86ad-7f856eb3b45cpensare che il pallone rotolando possa giungere alla porta. Almeno per 90 minuti.

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