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Una squadra chiamata Danimarca

Essere squadra…concetto facile ma non troppo se non vivi lo spogliatoio, se non sei parte attiva di quella squadra.

Dinamiche a noi sconosciute, sguardi sorridi e rabbia che solo la squadra sa. Momenti belli, momenti brutti che solo loro sono in grado di riconoscere, vivere, condividere o tenere per sé.

Negli sport di squadra forse il concetto di squadra è il più enigmatico e affascinante da provare a scoprire.

Poi accade qualcosa in cui essere squadra diventa palese a tutti, in quel preciso momento tutti capiscono che quella in campo è una squadra.

Com’è possibile? Chiedere alla vita!

Il 12 giugno 2021 la Danimarca si svela squadra agli occhi del mondo, tifosi e non. Christian Eriksen è a terra, caduto a peso morto senza contatti con gli avversari; così, da solo.

Momenti concitati, paura, terrore e preoccupazione negli occhi dei 23 in campo (arbitro compreso) eppure, in quel momento c’è un uomo: si chiama Simon Kjær ed è il capitano della Danimarca.

Corre dalla difesa, si abbassa sul corpo dell’amico a terra e gli salva la vita. Poi chiama i suoi ragazzi, li invita proteggere il numero 10 dagli sguardi indiscreti mentre i sanitari cercano di riamarlo.

Poi va dalla compagna del calciatore per rassicurarla mentre il resto della squadra non molla un secondo l’amico colpito dal malore.

E’ il momento di andare in ospedale, e anche lì la squadra chiamata Danimarca scorta Eriksen, coperto da teli bianchi e bandiere degli avversari (Finlandia) fino all’uscita dallo stadio.

Ecco, quel cerchio, quell’accompagnare, quell’esserci nel momento più terribile non solo per il numero 10 danese ma per tutti, la Danimarca ha svelato a tutti cosa significa essere squadra.

Una lucidità, quella dei danesi e di Kjær che deve insegnarci qualcosa nella vita di tutti i giorni: esserci per chi conta, esserci per chi ami, dimostrare a chi si ama che siamo lì.

Simon e Christian sono amici e rivali nel derby Inter-Milan ma hanno la Danimarca e il numero 24 che da oggi in poi li legherà per sempre.

Eriksen sa di giocare in una squadra, vera; quella fatta di uomini prima che calciatori, quella fatta di persone che si compattano nel momento di difficoltà, in grado di avere un faro che li guida quando si barcolla nel mare in tempesta.

Euro 2020 ha già un vincitore morale: una squadra chiamata Danimarca.

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