Tutto il calcio in 11 metri

calcio-rigoreIl 22 dicembre 2014 a Doha, in Qatar, si è disputata la Supercoppa italiana tra Juventus e Napoli terminata 7-8 dopo i calci di rigore.

Proprio quella partita, mi ha portato a riflettere sui tiri dagli 11 metri: un gesto netto, secco, che lascia poco spazio alle emozioni e poco tempo alle riflessioni. Personalmente non li sopporto; generano un’ansia interminabile, è come un’esecuzione che non dà via di scampo: o segni o ti giochi una coppa. Non li sopporto perché da quel gesto freddo, oserei direi estremo, dipende una stagione in Europa, un torneo o una gara secca. Non li sopporto anche perché l’Italia raramente ha esultato dopo la cinquina (e oltre) dal dischetto… L’unica gioia che mi emoziona ancora è il Mondiale del 2006 vinto con il rigore di Fabio Grosso (abruzzese, quindi indimenticabile). Così come la sconfitta più bruciante fu ad Usa ’94 e quel tiro alto di Roberto Baggio.

Dopo la Supercoppa, dicevo, ho iniziato a chiedermi: chi avrà inventato questi tiri dagli 11 metri? Quali i tiri più strani o le parate più spettacolari?

In realtà la primissima cosa che mi è balzata in mente è il ritornello di una canzone:

[…] Nino non aver paura di  sbagliare un calcio di rigore […]

La leva calcistica classe 68 di Francesco De Gregori

Testo che esprime al meglio il senso di scelta di questo tiro in porta: destra o sinistra? In alto o rasoterra? Domande simili e assimilabili a quelle che ognuno di noi si pone quando è davanti a un bivio e l’unica strada è scegliere in un senso o in un altro.

Nel calcio, il rigore è la punizione massima che l’arbitro può assegnare a favore di una squadra: “Un calcio di rigore viene accordato contro la squadra che commette, all’interno della propria area di rigore e mentre il pallone è in gioco, una delle dieci infrazione punibili con un calcio di punizione diretto”. Regola 14 del Regolamento del gioco del calcio.

Ma quando è chi inventò il calcio di rigore? L’anno è il 1891 e due, per la precisione, sono le date di riferimento. La prima: 2 giugno 1891 a Glasgow l’International board (organismo che si occupa di modifiche e revisioni ai regolamenti) decide di inserire il penalty nel Regolamento che diventerà operativo nella stagione 1891/1892. Seconda: il 14 settembre 1891 Joseph Health calciò il primo tiro ufficiale dagli 11 metri nel corso della partita Wolverhampton Wanderers-Accrington Stanley 5-0.

Anni prima in Scozia e Irlanda, vi erano stati diversi tentativi di inserire il rigore tra le regole del calcio ma senza successo come fu nel caso dell’irlandese William McCrum, direttore di un’industria tessile, portiere e membro del direttivo della Federazione irlandese. Correva l’anno 1890 quando McCrum militava nel Milford Everton ed ebbe l’idea di difendere lo spirito del gioco dagli eccessivi falli di mano nei pressi della porta ma, specie gli inglesi, si opposero fortemente.

L’episodio che muterà il destino del calcio, si verificherà l’anno successivo (1891 appunto): Coppa d’Inghilterra, quarti di finale Stoke City-Notts County. Il Notts è in vantaggio 1-0, lo Stoke attacca, un giocatore avversario ferma il pallone con la mano sulla linea di porta. Punizione, tutti i giocatori del Notts davanti la porta, il portiere devia, lo Stoke perde la partita ma l’episodio verrà considerato un’ingiustizia. Da qui la decisione dell’Internationale board di rendere regola il tiro dagli 11 metri che si caratterizzerà per l’assenza di giocatori tra chi calcia e il portiere. Un’area che solo nel 1902 vedrà la nascita del dischetto del rigore; così come negli anni muta il comportamento del portiere in attesa del tiro: all’inizio c’era la possibilità per lo stesso di avanzare fino a 5,50 metri, poi nel 1905 fu stabilito che si poteva muovere tra i due pali e infine, dal 1929, l’obbligo di restare immobili sulla linea di porta finché il pallone non è stato calciato.

Da quel lontano 1891 sono stati tirati parecchi calci di rigore, in tutti i modi e in ogni torneo calcistico. Per noi italiani, sicuramente il più indicativo fu in tiro a “cucchiaio” di Francesco Totti in Nazionale che lasciò senza fiato i tifosi davanti alla tv e sugli spalti.

 

Personalmente non dimenticherò mai quello che è stato definito il “ballo di Dudek”: anno 2005 finale di Champions League Liverpool-Milan vinta dagli inglesi 6-5 dopo i calci di rigore (sempre loro…) Quella sera il movimento (regolare) sulla linea di porta del numero uno inglese, frastornò e infastidì non poco i milanisti parando i tiri di Pirlo e Shevchenko.

 

Insomma, prima o poi, presto o tardi tutti siamo chiamati a fare una scelta. Possiamo anche rimandarla “ad un’altra volta” ma ci sarà un momento un cui l’arbitro deciderà di fischiare e, a quel punto, dovremmo andare sul dischetto e decidere quale traiettoria imprimere al pallone e da quale lato indirizzare la nostra vita.

 

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