Non è facile leggere e raccontare storie maledette quando di tratta di sport, ma sport è vita e la vita è fatta di cose meravigliose e cose non belle quindi vanno affrontante e raccontate.
Ed è quello che ha fatto il giornalista Roberto Maida nel libro Storie maledette del calcio. Ciò che la telecronaca non può raccontare (Diarkos).
Non ho quindi usato a caso il termine maledette perché è proprio il migliore per rendere l’idea della vita che alcuni calciatori hanno dovuto affrontare non riuscendo, purtroppo, a uscirne vivi.
Tanti nomi, a me noti e meno noti, i cui racconti mi hanno fatto scendere lacrime di dolore e dispiacere; storie i cui dettagli mi hanno fatto rabbrividire come quella di Gigi Meroni e Attilio Romero implicato nell’incidente mortale del campione del Torino che diventa poi presidente del club. Gli intrecci inspiegabili della vita…
La vicenda Bergamini, riaperta negli ultimi anni; una storia d’amore forse non proprio sana, qualche amico non proprio di quelli di cui fidarsi? Chi lo sa. Sta di fatto che Bergamini non si è suicidato ma è stato ucciso.
Oppure Gianluca Vialli, Andrea Fortunato, Davide Astori per stare più vicino ai giorni nostri; vite di persone che hanno amato lo sport, creduto nello sport ma a qualcuno è stato dato poco tempo di assorbirla questa passione e viverla completamente.
Un libro molto interessante in quanto racconto come questi sportivi la fine sia arrivata troppo presto, un’involuzione in alcuni casi cercata, in altri trascinata dall’esterno, altri ancora… forse doveva andare così.
Storie maledette, fa male leggerle ma è importante conoscerle per non dimenticarli.