Non avevo mai assistito a un allenamento, mi sono sempre chiesta quali sensazioni può dare vedere la preparazione di una squadra. Non credevo di poter avere questa fortuna; e invece è successo. Ed è stato bellissimo!
Si è trattato di un allenamento specifico per portieri, un lunedì mattina al PalaRoma di Montesilvano. In campo l’Acqua&Sapone e lui: Stefano Mammarella che, con gli atri due colleghi di reparto, scalpitava per iniziare l’allenamento. Prima di mettersi tra i pali, ho approfittato per fare qualche domande a questo ragazzo abruzzese (originario di Chieti) classe’84 che sta facendo impazzire il mondo del calcio a 5.
Chi è Stefano Mammarella?
- vincitore del Campionato italiano nel 2009/2011 con il Montesilvano;
- vincitore della Coppa Uefa nel 2010/2011 con il Montesilvano;
- vincitore dalle Coppa Italia e della Supercoppa italiana nel 2014 con l’Acqua&Sapone;
- Campione d’Europa con la Nazionale italiana calcio a 5 nel 2014;
- per tre volte vincitore del Futsal Awards: 2011, 2012, 2014;
- Guanto d’Oro ai Mondiali nel 2012.
Dunque Stefano, perché il calcio a 5?
“Perché mi sono innamorato sin da piccolo. I primi calci a un pallone, li ho dati in questo sport, ho giocato anche due anni a calcio a 11 ma ho subito sentito il richiamo e il bisogno di tornare su un campo 40×20”.
Cosa rappresenta per un calciatore la Nazionale?
“Calciatore? Io direi per un bambino veder giocare la Nazionale è un sogno, immaginando magari in futuro di diventare come i propri idoli e giocare con loro. Io ho avuto la fortuna di entrare nel gruppo azzurro sin dalle giovanili e lì ho avuto la spinta giusta per continuare a rrivare dove sono ora”.
La vittoria che ricordi con più piacere?
“In assoluto quella in Kazakistan nel 2011 dove, con il Montesilvano, abbiamo vinto al Coppa Uefa. E’ stato un trionfo speciale perché riuscire la vincere la competizione al primo anno di partecipazione, non ha eguali. Voglio però citare un’altra partita importante: la finale persa due anni con l’Acqua&Sapone contro la Luparense. Fu una sfida giocata fino all’ultimo al meglio delle 5 partite ma, al di là della sconfitta., fu un anno fantastico: Coppa Italia, Supercoppa Italiana e finale di campionato”.
La sconfitta più bruciante?
“Quella contro la Luparense, la più dura da digerire. E’ paradossale ma quella gara racchiude i due volti della stessa medaglia”.
Il movimento calcio a 5, anche abruzzese, è in forte ascesa. Quali i motivi secondo te?
“Qualche anno fa nessuno sapeva nulla di questo sport, si giocava al chiuso tra pallavolo, pallamano e basket. Poi è venuto fuori il futsal (nome del calcio a 5) grazie alla Nazionale che ha trascinato tante presone con non conoscevano la disciplina. Qui in Abruzzo credo che un ruolo particolare sia giocato dalle strutture, tra le migliori d’Italia come il PalaRoma e il Pala Papa Giovanni Paolo II dove, da anni, la Coppa Italia è un appuntamento fisso. Vedo molto famiglie e molti bambini affascinati da questo sport fondamentalmente perché ci si diverte; in campo 40×20 le azioni sono frequenti e , per gli spettatori, la suspence è alle stelle, non ci sono tempi morti”.
Campione d’Europa nel 2014, per 3 volte vincitore del Futsal Awards, miglior portiere al Mondiale 2012 (Guanto d’Oro) e all’Europeo 2014. Dove vuoi arrivare?
“Ricominciamo da capo. Scherzi a parte, un atleta chiede sempre il massimo dal corpo e dalla mente. Allenarsi sempre al meglio è un piacere anche perché è il mio lavoro al qual dedico tantissimo. Inoltre, come dicevo primi, i primi contatti con il pallone sono stati grazie al calcio a 5 e non mollo fino all’ultima goccia di sudore e sangue che mi rimane”.
Come ti vedi pensando al futuro?
“Bella domanda! Vorrei giocare almeno per i prossimi 10 anni al massimo della forma, ovviamente. Poi vorrei fare l’allenatore dei portieri dei ragazzini perché lo sento nel sangue”.