Powerchair Football, che strano nome per uno sport… Non è italiano, ma è arrivato in Italia grazie a un gruppo di ragazzi con la passione per il calcio nel sangue.
#losportèditutti, #losportèpertutti: mai come per loro questo non è solo un hashtag ma un vero stile di vita sfociato nella Asd Oltre Sport.
“La Lega Pro è lieta di partecipare a progetti di declinazione sociale – dichiara Mauro Grimaldi, vice presidente della Lega Pro – ed eè attiva con le sue società, interpretando il messaggio positivo che il calcio può dare. Il progetto presentato vede il coinvolgimento di club di Lega Pro, a cominciare dal Monopoli, e le scuole del territorio”.
Cos’è Oltre Sport? Ne abbiamo parlato con il segretario/tesoriere e fondatore dell’Asd Donato Grande capitano altresì della squadra di calcio in carrozzella elettrica.
Parliamo di Oltre Sport Asd
“Oltre Sport è un’Associazione sportiva dilettantistica e polisportiva nata a maggio di quest’anno. Ci occupiamo dello sport nella disabilità con l’obiettivo di abbattere le barriere fisiche e mentali attraverso una disciplina chiamata Powerchair Football cioè calcio in carrozzina elettrica. E’ uno sport innovativo in Italia al punto che nel Sud del paese ci sono solo 3 squadre e noi siamo la prima e unica in Puglia (abbiamo la sede legale a Bari e quella sportiva a Trani)”.

E invece Donato Grande chi è?
“E’ un ragazzo che vive con la disabilità sin dalla nascita; non si è mai arreso al punto da prendere la laurea Magistrale in Economia. Come ho scoperto il Powerchiar? Per caso, guardando un video su Facebook e, da appassionato di calcio, mi sono subito detto: ‘perché non farlo qui?’. Così con un gruppo di amici, da sempre impegnati nello sport paralimpico, abbiamo deciso di portare questo sport in Puglia e fondato la Oltre Sport”.
Cosa rappresenta per te essere il capitano del team di calcio in carrozzina elettrica?
“E’ una bella responsabilità che mi riempie il cuore d’orgoglio. Sogno sin da piccolo di giocare a calcio e adesso è bellissimo averlo realizzato”.
Ritieni che il mondo sportivo e la disabilità abbiamo buoni rapporti?
“Sì, sicuramente. Lo sport non ha limiti né barriere: è un qualcosa che fa star bene a livello fisico e mentale; è lo strumento attraverso cui andare oltre e superare anche le patologie più gravi”.
Hai un sogno nel cassetto da sportivo?
“Vorrei che si creasse una Nazionale italiana di Powerchair, essere convocato e vincere il Mondiale. Chissà, magari un giorno anche questo sogno si potrà avverare”.
Un consiglio a un disabile che vorrebbe praticare uno sport ma non si sente all’altezza?
“Provare, tanto non ha nulla da perdere”.
Il team Oltre Sport:
Presidente: dott. Francesco Manfredi Ortopedico, Fisiatra dell’ospedale Giovanni XXIII di Bari nonché delegato provinciale di Bari del CIP (Comitato Italiano Paralimpico)
Vice Presidente: Sante Varnavà
segretario tesoriere: Dr. Donato Grande
consigliere e coach della squadra di calcio in carrozzina elettrica: Carlo Impera
Losacco Antonella;
Gaetano Papagno.
La squadra di Powerchair Football:
Donato,
Francesca,
Alessandro,
Vincenzo,
Ilaria,
Pasquale,
Simone,
Gianfranco,
Vito.
Le supporter: Annalisa, Jusa e Ilaria.
Il Powerchair Football
Il calcio in carrozzina (in inglese: Powerchair Football) è uno sport per persone disabili dove si utilizzano sedie a rotelle a motore elettrico. Si gioca in una palestra su campo regolare di pallacanestro.
Le prime partite si disputano in Francia negli anni settanta e successivamente la specialità si diffonde in Europa (Belgio, Portogallo, Danimarca e Inghilterra). Nel 1982 un gruppo di atleti di Vancouver sperimenta una variante del gioco europeo in Canada. Questa variante del gioco arrivò a Berkeley (California) nel 1988 dopo aver attraversato tutta la “west coast” e varcò il Pacifico fino in Giappone. Nel 2005, i rappresentanti di 9 nazioni si incontrarono a Coimbra, Portogallo e, nel 2006, ad Atlanta, per formare e organizzare la Federazione Internazionale delle Associazioni di Calcio in Carrozzina – Federation Internationale de Powerchair Football Associations (FIPFA).
Il gioco ha luogo su di un classico campo da basket delimitato per l’occasione da nastro adesivo come da regolamento.
Ogni squadra schiera quattro giocatori in campo, incluso il portiere; una partita è composta da due tempi di 20 minuti. A causa dell’aspetto bi-dimensionale del gioco (gli atleti solitamente non riescono a calciare in aria il pallone), è necessario creare uno spazio artificiale intorno ai giocatori. Le due nette differenze con il gioco del calcio tradizionale sono:
- Regola del due contro uno (2 vs 1)
Solo un giocatore e un suo avversario possono restare entro 3 metri dalla palla quando questa è in gioco; se un terzo giocatore si avvicina a meno di 3 metri, l’arbitro può fischiare l’infrazione e assegnare un calcio di punizione. Questo forza le due squadre ad allargarsi sul campo, prevenendo qualsiasi intasamento del gioco, rendendolo viceversa molto fluido e scorrevole. L’unica eccezione alla regola si ha quando il terzo giocatore vicino alla palla è il portiere dentro la propria area.
- Regola dei tre in area
La squadra in difesa può lasciare solo due giocatori nella propria area. Se un terzo difensore entra in area l’arbitro può fermare il gioco e assegnare un calcio di punizione alla squadra avversaria.
Ai giocatori è richiesto di utilizzare una carrozzina con quattro o più ruote; la massima velocità consentita durante il match è 10 km/h, e gli arbitri controllano la velocità di tutti i partecipanti prima che inizi la partita. Sono inoltre richieste una cintura di sicurezza intorno alla vita e una griglia di protezione intorno ai piedi. La palla è più grande di un normale pallone regolamentare da calcio, può misurare fino a 33 cm di diametro.