Giorni fa mi sono imbattuta in un post su Facebook relativo a un incontro formativo organizzato dalla ASD Fater, mi ha colpito subito perché il cuore dell’argomento era l’evoluzione del gioco.
Come non potevo partecipare visto il mio saggio “L’evoluzione del gioco e il calcio femminile” (disponibile su Amazon)? Ed ho fatto bene a prendervi parte perché è stato ricco di spunti anche grazie a un relatore d’eccezione come mister Ricardo Paciocco ex calciatore professionista ed attualmente allenatore Uefa A.
Mister che per diverso tempo è stato lontano dal pallone in quanto: “Non mi riconosco più nel calcio di oggi ecco perché mi sono allontanato ma ora ringrazio l’Asd Fater per avermi dato una nuova opportunità”.
Ecco alcuni spunti di riflessione del mister su come e dove il calcio è mutato.
Cosa è cambiato
“Il calcio di oggi è profondamente cambiato dalla preparazione, fatta di solo di rapidità e velocità; il tiki taka impera praticamente. Ecco, è una pratica che amo e odio nel senso che va bene quando si parla di professionisti, ma portarla nelle scuole calcio significa mettere in difficoltà i ragazzi stessi che, spesso, non hanno le basi tecniche, mancano dei movimenti essenziali. Giocare a calcio è gestire il pallone a proprio piacimento, questo ora manca.
Le scuole calcio, ritorno all’Abc del pallone
“Lavorare nelle scuole calcio, significa lavorare con la tecnica calcistica: lo stop della palla, muoversi e correre, coordinarsi, la base di tutto il gioco del calcio e di tutti gli sport. Questo perché mancano i giocatori che mettono in superiorità numerica la propria squadra, mancano giocatori capaci di dribblare l’avversario”.
Genitori, cari genitori…
“Allenare i giovani è la cosa più difficile soprattutto perché, prima di allenarlo, va compreso sotto l’aspetto umano, psicologico ed emotivo. In questo i genitori potrebbero essere di grande aiuto. I ragazzi tornando a casa dopo una partita, non devono sentire le ‘lamentele’ dei genitori perché questo può trasformarsi in un pesante trauma. Il risultato, nel mondo del calcio giovanile, non dovrebbe nemmeno essere considerato”.
Cara tv, che cosa hai fatto!
“Il troppo calcio in tv ha rovinato i più piccoli in quanto troppo spesso imitano i grandi campioni ma il rischio è fare brutte figure. Quando ciò accade in allenamento nessun problema ma quando accade nel corso di una partita, un bambino più fragile ed emotivo, potrebbe avere un crollo dell’autostima e tutto si complica. Quando i miei ragazzi non alzano lo sguardo, non stoppano a dovere il pallone cimentandosi invece in un tacco che poi sbagliano… sono 50 flessioni!”.