Una mattina assolata di settembre lungo l’arenile di Montesilvano, chiacchierando con Mauro De Marco presidente della Bgsa. Per tanti un nome e un acronimo che non diranno nulla ma, in realtà, Mauro De Marco è il fondatore di uno sport che non esisteva qualche anno fa e per di più uno sport nato in Italia addirittura a Pescara: il Beach golf. Infatti Bgsa sta per Beach golf sport association, inventato nel 1999 nel capoluogo adriatico e riconosciuto dal Centro sportivo educativo nazionale e dal Coni.
Un fatto più unico che raro dato che la maggior parte degli sport “beach” nascono dall’altra parte del mondo tipo in Sud America e solo a distanza di 15/20 anni di gestazione fanno la loro comparsa sulle spiagge europee. “L’Italia è il terzo mondo per il golf – afferma con decisione De Marco – Siamo il paese in cui questa disciplina attecchisce di meno e proprio per tale motivo ci è venuta in mente una simile operazione: far cambiare idea agli italiani e avvicinarli a questo bellissimo sport. C’è infatti la mentalità di associare il golf come pratica sportiva elitaria, costosa, noiosa e per gente anziana; non è assolutamente così anzi, è vero il contrario. Perché Pescara? Perché tale progetto, inizialmente nato come puro progetto di marketing, è stato messo in piedi da un team tutto pescarese compreso il sottoscritto”. Una realtà quindi autoctona al 100%, cresciuta grazie ad un gruppo che ci ha creduto fortemente. “Dopo appena due mesi del primo progetto del ’99 – spiega De Marco – siamo stati contattati dalla New York University che ci dice che avevamo inventato uno sport che non esisteva e ci consigliava di registrarne il copyright. Nasce così la Beach golf sport association”. un fatto eccezionale e unico che, infatti, non passa inosservato: dal 1999 ad oggi il Beach golf è studiato in 27 università internazionali come caso-studio di marketing perché “è il primo e unico sport al mondo in cui il pubblico è all’interno del campo di gioco ed è l’unico sport sulla sabbia nato in Europa. Un fatto del quale soprattutto il Pescarese dovrebbe andare orgoglioso, ma non è così. L’America ci loda mentre in patria pochi ci aiutano” l’amara constatazione di De Marco. Per chi vuole avvicinarsi alla disciplina? “All’inizio, ripeto, eravamo solo un ‘prodotto di marketing’ e tutti le squadre che partecipavano alle nostre competizioni erano composti da due giocatori di cui uno era un professionista di golf, l’altro un semplice neofita. Abbiamo quindi deciso di prendere persone che non hanno mai giocato, mettendo loro a disposizione una mezz’ora di allenamento che, con un nostro metodo innovativo, risultava sufficiente per far volare la pallina in modo adeguato. Un meccanismo che ha incuriosito sempre più persone al punto che si è reso necessario un grande numero di istruttori. Così abbiamo iniziato a formare e selezionare studenti nelle diverse facoltà italiane di Scienze motorie che, superato il corso ed un esame finale, ottengono un brevetto per tenere corsi federali in tutta Italia e da quest’anno anche in Europa”.
Chiacchierare in spiaggia, osservare ragazzi in azione e vedere gli istruttori interrotti dalla curiosità dei turisti che vogliono subito provare a fare un lancio, dà il senso di tutto il progetto e il valore di una passione diventata missione. Una forza di volontà di un gruppo di ragazzi che, dal 1999 a oggi, sono passati sui lidi del Lazio, della Campania, della Sicilia, dell’Emilia Romagna e della Sardegna avendo riconoscimenti dalla gente comune ma questo non basta.
“Crediamo che la sinergia sia vitale per dare concretezza a un progetto ma, data l’assenza delle istituzioni pubbliche locali di Pescara e Montesilvano, ci siamo affidati agli imprenditori lungimiranti che hanno creduto in noi. Infatti, il primo European Beach golf, con la partecipazione di rappresentati di 17 nazioni continentali dalla Finlandia a Malta, passando per grandi nazioni come Germania ed Inghilterra e realtà come Bosnia e Ungheria, si è svolto solo grazie ai balneatori ed agli albergatori di Montesilvano che ci hanno dato una mano concreta. Grazie al successo ottenuto qualche settimana fa, abbiamo già richieste da altre parti del paese dove, c’è più attenzione al business sportivo fortemente utilizzato per ampliare l’offerta turistica, E le dirò di più: il binomio più forte tra turismo è sport, viene proprio dal golf in quanto può essere praticato 12 mesi l’anno. Pescara potrebbe far proprio questo binomio e sfruttare le sue caratteristiche territoriali per accrescere l’offerta per il turista, peccato che le istituzioni preposte parlino molto e concretizzino poco”. Sfogo amaro del presidente De Marco che però, non ha intenzione di mollare perché credere in Pescara, nella sua città al punto da avere un obiettivo chiaro e preciso: partecipare ai Mediterranean Beach Games 2015. “Penso che il Beach Golf possa essere considerato il miglior testimonial di questi Giochi. E’ l’unico sport beach che coinvolge oltre 2 km di litorale sabbioso ma, soprattutto, sarebbe l’unico sport autoctono e quindi rappresentativo della creatività dei pescaresi. La Commissione internazionale ha già valutato positivamente la nostra candidatura ed il presidente del Cjim Addadì aspetta solo che la commissione organizzatrice dei Giochi, presieduta dal sindaco di Pescara, faccia una richiesta diretta. La cosa incredibile per noi è che nessun politico locale abbia affermato con decisione di volere il Beach golf al Giochi nel 2015, nonostante sia stato inserito ai Giochi del Mediterraneo del 2009 come unico sport dimostrativo per la promozione territoriale nei comuni abruzzesi. Noi abbiamo dimostrato di crederci, la validità del nostro progetto c’è, ora serve solo la volontà istituzionale di volerci nella manifestazione. Voglio solo avere l’opportunità di valorizzare la mai terra e lotteremo con tutte le nostre forze per riuscirci”.