Luigi Condò: fare il Ds? Professionalità e fortuna

CondòQuando si pratica il calcio è difficile che, una volta appese le scarpette al chiodo, si è capaci di abbandonare definitivamente quel mondo e tutto quello che lo circonda. Sono tanti gli ex calciatori che hanno intrapreso la carriera di allenatore mentre tanti altri hanno deciso di rimanere “dietro le quinte” ma non per questo con responsabilità e funzioni defilate.

Uno di questi “ex” è Luigi Condò, calabrese, attualmente direttore sportivo. Dieci anni trascorsi a Pescara e da 4 anni riveste forse uno dei ruoli più delicati all’interno delle società sportive. Con lui postcalcium ha fatto quattro chiacchiere sul suo mestiere e ciò che gli gira intorno.

Luigi, come vedi l’attuale Serie B?

“Ritengo che sia più equilibrata rispetto agli anni precedenti, non c’è una squadra dominante. Penso che si deciderà tutto nelle ultime cinque o sei gare sia per le promozioni sia per le retrocessioni. La sorpresa è il Frosinone ma credo verranno fuori altre squadre tipo Bologna e Bari. L’outsider? Forse il Perugia. La classifica attuale non è totalmente veritiera”.

E il Pescara di Baroni?

“La squadra è di categoria anche se al momento non è a livello di altre, anche se mi auguro riesca a tornare in serie A”.

Cosa ti è rimasto dell’esperienza a Pescara?

“Dieci anni non si dimenticano. Pescara è la mia seconda casa, la conosco benissimo. Sono stato nel capoluogo adriatico quando in panchina c’erano Oddo, Galeone e Delio Rossi; di quest’ultimo ero il pupillo ma all’epoca avevo la ‘testa calda’ per capire certe cose che solo l’esperienza insegna”.

Cosa vuol dire essere il Direttore sportivo di una società di calcio?

“Grande responsabilità. Si potrebbe definire la parte esecutiva dopo il presidente. Faccio da quattro anni questo mestiere e mi ritengo fortunato dato che ho vinto due campionati e perso una finale per la promozione in serie C. La fortuna è un ingrediente fondamentale con la professionalità e spero che la figura in questione torni ad avere il ruolo importante che merita perchè mi sembra che si sia perso in questo ultimi tempi. Mi viene da pensare che una società senza il direttore sportivo è come una banca senza direttore, praticamente non funziona! Molto importante poi è la campagna acquisti: sbagliare i giocatori può mettere in seria difficoltà la società. Ritengo inoltre che il direttore sportivo abbia un ruolo decisivo nella gestione del gruppo e dello spogliatoio; anche per questo secondo me il mercato di gennaio è motivazionale cioè, se una squadra è al vertice dall’inizio e si nota una perdita di concentrazione, importante è integrare giocatori in grado di creare la giusta concorrenza e far tornare alto il livello di competitività”.SP Luigi copia

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