Lo stesso calcio dalla A alla Z

10157133_1489437984638133_9060153052146789135_nUna domenica pomeriggio trascorsa a vedere una partita di Prima divisione nel campo di calcio vicino casa. Avevo assistito a diverse partite così “vicine” al terreno di gioco ma erano gare tra pulcini, al massimo esordienti, mai tra squadre in cui l’età media è 25/30 anni. Ho potuto constatare che ogni volta è sempre la stessa emozione: lo spettacolo del calcio è ovunque. Bastano 22 giocatori, un pallone e un arbitro; il resto è uguale e non esistono variabili di sorta che possano mutare il rito.

Non esiste nessuna differenza? Beh, quelle ci sono eccome e devono esserci, non certo per i posti in cui si gioca o per la categoria in questione. Ma per la gente. E’ meraviglioso vedere dirigenti e famigliari delle due squadre vicini tra loro, è meraviglioso ascoltare i giocatori che parlano tra di loro. Ecco, questo è il dettaglio che fa la differenza. “Dai ragazzi, non molliamo, restiamo uniti”; “Dai, che fai? Stagli sotto!” alcune delle frasi che senti nitidamente dagli spalti. Così come i rimproveri, le lodi e i suggerimenti degli allenatori: “Quattro in fila, mettiamoci a quattro” oppure gli stessi giocatori che, ascoltando troppe critiche rivolte all’arbitro, sbottano: “Gli state dicendo di tutto, ora basta!”.

Le voci dei protagonisti dunque, quelli che scendono in campo e che vivono di passione pallone, sono cose che si perdono nei meravigliosi stadi italiani ed europei. Certo, vuoi mettere il Bernabeu, il Camp Nou, San Siro, l’Olimpico e altri, con gli impianti sportivi delle città? Non c’è paragone. Eppure…lì dentro senti solo quelle che ti circonda in un breve raggio: i colori, il tifo pro e contro una squadra, lo speaker che annuncia le formazioni. E il campo? Cosa accade laggiù? Il terreno di gioco lo vedi ma non lo senti. Puoi immaginare quello che i tuoi idoli si dicono osservando i loro gesti ma non li ascolti; anzi a volte sono così lontani da diventare semplici puntini che riconosci perchè ami quei colori e hai imparato le minime movenze dei “tuoi” ragazzi. Nei campi sportivi dei nostri quartieri invece è tutto più vicino, direi quasi a dimensione d’uomo, dove sei a contatto diretto con la realtà del calcio, quella che senti e ascolti. Anche quando si tratta di esagerare e andare oltre le righe…

Differenze importanti altresì quelle relative a come i calciatori sentono il pubblico: un boato enorme, unico del grande stadio che spinge l’adrenalina oltre i limiti; voci isolate che a volte si riconoscono nei piccoli impianti: un incitamento di un amico, di un parente che ti fanno svoltare la partita. Eppure il significato è lo stesso: incoraggiare, stare vicino, dare forza al gruppo, al tuo preferito, ai ragazzi sia esso un professionista affermato sia essa una squadra che lotta per andare in Promozione.10398021_1489438281304770_6253436577820938470_n

Sono stati 90 minuti emozionanti perchè sono tornata “con i piedi per terra” nel senso che ho risentito da vicino le voci dello sport che amo di più in assoluto e quella partita mi ha confermato, se ce ne fosse bisogno, che il sentimento è sempre forte quando mi trovo davanti un rettangolo verde.

 

 

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