sport per la pace

Lo sport per la pace tra Russia e Ucraina

E’ un momento davvero complicato per tutti, nel cuore dell’Europa si torna a parlare di guerra, distruzione, bombardamenti e morti.

Non è possibile una cosa del genere nel 2022 ma la realtà è questa.

Non abbiamo mai voluto dare spazio alle cattive notizie, alle cose brutte e non lo faremo nemmeno questa volta: lo sport per la pace è il messaggio di oggi e lo facciamo con chi lo sport lo pratica, mettiamo in risalto le parole degli sportivi ucraini e russi che vogliono solo la pace e non la guerra.

Sì, perché loro insieme possono dare un segnale di unione, forza, amore e speranza proprio come lo sport sa fare.

Non parliamo noi, ma le immagini e le parole di atleti che giocano in Italia e in Europa preoccupati dei loro cari lì, nella terra madre martoriata dalla rabbia di chi non sa cosa vuol dire il rispetto verso gli altri.

Così come le parole di mister De Zerbi e Fonseca che allenano in Ucraina e sperano al più presto di rientrare dalle loro famiglie.

Andriy Shevchenko: “Nelle prime ore una guerra su vasta scala è stata iniziata dalla Russia. La mia gente e la mia famiglia sono sotto attacco. L’Ucraina e la sua popolazione vogliono pace e integrità territoriale. Vi chiedo per favore di sostenere il nostro paese e di chiamare il governo russo per fermare la loro aggressione e violazione del diritto internazionale. Vogliamo solo la pace. La guerra non è la risposta.”

Ruslan Malinovskyi, giocatore dell’Atalanta

Roberto De Zerbi a Sky Sport 24:

“Ci siamo svegliati in malo modo con delle esplosioni. Stiamo bene, la situazione è tesa perché c’è preoccupazione. L’Ambasciata italiana è stata correttissima e tempestiva, il console italiano ci sta dando grande sostegno e vicinanza. Non era nostra intenzione fare gli eroi, siamo qui per fare il nostro lavoro che è il calcio, ma abbiamo giocatori che hanno già vissuto il 2014 nel Donbass. Finché il campionato non fosse stato sospeso trovavamo ingiusto partire. Rifarei la stessa scelta, ora la situazione è diversa e il calcio è sospeso. Stiamo cercando il modo per andare via. Se ho paura? Le preoccupazioni sono tante, penso però alla mia famiglia a Brescia che è preoccupata. Lo stesso per quanto riguarda i miei giocatori: mi vedono come quello più grande che dovrebbe tutelarli, ora faccio fatica io stesso a dirgli cosa fare.”

Fedor Smolov: “No alla guerra.”

Daniil Medvedev: “Come tennisti noi promuoviamo la pace in tutto il mondo. Sono stato in tanti Paesi diversi fin da quando ero juniores e non è facile per me sentire tutte queste notizie. Io sono per la pace.”

Paulo Fonseca: “Non ci resta che pregare che non cada una bomba accanto a noi. Sinceramente non so come uscirò da qui. Ci sono diversi aerei militari. Questo è il giorno peggiore della mia vita. Ci sono file enormi nei supermercati, la gente compra di tutto. Non è rimasto molto”.

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