A volte nella vita fai degli incontri che sembrano normali, come se ne possono fare tanti nel corso della propria vita. E, come spesso accade, ci si perde così naturalmente che non ci si sofferma a spiegarsi perchè certi rapporti si interrompono e altri proseguono nel tempo… Poi, anni dopo, il mondo digitale, il web, i social network, riaccendono i contatti dapprima virtuali ma che, a volte, tornano reali. Tutto questo è accaduto proprio a me: ho conosciuto Caterina Merolli a un corso di Scrittura creativa durato un paio di mesi. Concluso il corso, concluso il rapporto. Poi la rete ci ha di nuovo messo in contatto e…. io avevo aperto da poco questo blog, lei titolare di La favola sei tu. Percorsi all’apparenza all’opposto: le favole e lo sport. Non per me e Caterina. “La palla è rotonda” racconta la favola del calcio di Caterina Merolli per postcalcium.
Buona lettura!
“Non è possibile! Hai visto che partita l’altra domenica? Chi poteva immaginarlo!?”
“Eh sì, niente da fare, la palla è rotonda…”
Signori e signori benvenuti allo stadio.
Vi ricordiamo di tifare correttamente, di non offendere la squadra avversaria e di vivere una giornata all’insegna dello sport in cui possano trionfare veramente la lealtà e uno spirito di sano agonismo.
Buon divertimento!
“Perché dici che la palla è rotonda, papà?”.
“Aspetta, aspetta… arrivano i giocatori!”.
Signori e signori, le squadre stanno per scendere in campo.
Io, sto per scendere in campo. Senza di me la partita come la fate?
Sempre la stessa storia. Intervistano i giocatori, fanno i complimenti al tecnico, ma io che mi faccio prendere a calci? A me mai un’intervista, mai davvero sotto i riflettori!!!!!
“Signor arbitro, tenga il pallone, giocheremo con questo”.
“Ma siete sicuri che è ben gonfio?”
Non ha niente da fare, questo. Come si permette? Io sono un pallone da serie A!
Mi devo sentire insultare da un pivello.
Mah, non ci voglio pensare. È una bella giornata, splende il sole, l’erbetta è alta al punto giusto e tutti aspettano solo me: sono io la vera protagonista.
Arrivo, gente!!!!
Accipicchia, come urlano oggi gli ultrà! Ma che si sono mangiati? Però, ci sono tanti bei giocatorini da entrambe le parti. Che ne pensi, erbetta?
– Sei sempre la solita: fai la civetta perché sai che tutti ti vogliono.
Non è che sei un po’ gelosa? Forse perché a te nemmeno ti vedono… a me, invece, mi corrono dietro dall’inizio alla fine.
– …?!?
Scusa, ora non ho tempo per le chiacchiere. Sono già a centrocampo. È tutto pronto per il fischio di inizio, aspettano solo me.
Ecco, si comincia. All’inizio sono sempre così confusi. Mi sballottano da una parte all’altra come se fossi una pallina da flipper. Ma hanno capito con chi hanno a che fare?
I primi dieci minuti li passano a studiarsi e mi trattano come se fossi solo un accessorio di centro campo. Poche emozioni, tanti rimpalli e quasi mai vicino alla porta. Speriamo che si diano una mossa.
Ohooo… questo è un bel tiro!
Tu sì che sei un vero atleta. Mi colpisci sempre con piede felpato. Donna fortunata quella che ti sta accanto.
Ahia! Questa invece è proprio una brutta briscola, che selvaggio! Non ha un briciolo di tecnica. Non ha capito che nel calcio i muscoli non bastano, ci vuole cervello!
Ah, interessante! Davvero un bel volo ,che lancio! Vediamo dove arrivo.
Anche tu giovanotto vacci piano con quella testa e magari aggiustateli questi capelli: forse hai messo poco gel .. . Oggi le tifose sono attente e molto esigenti sotto tutti i punti di vista e non ti conviene trascurare il look.
Ci siamo, finalmente un brivido: sono nell’area di rigore. Porta, come stai? Attenta che adesso mi avvicino!
– Fai pure, qui è un mortorio!
E se ti scheggio la traversa?
– Magari, per ora nessuno mi tocca.
Sto arrivandooooo…..
– Macché, guarda dove ti hanno spedita, sei passata almeno a un metro di distanza.
Sì, effettivamente hanno fatto tirare a un vero scarparo. Si preparano chissà quali schemi di gioco e poi perdono la testa appena ti si avvicinano. Guarda quel tecnico come si sbraccia, mi fa una pena! Ha capito che stiamo facendo una partita di calcio e non l’atterraggio di un aereo???
– Dai, tu pure: hai da ridire su tutto! Perché fai così?
Mbé, dovresti saperlo! Non si vedono più le partite di una volta… scusa, ora mi mandano dalla parte opposta. Speriamo di rivederci presto!
Che fischio assordante. Direi che questa è punizione, il difensore è entrato come un macellaio e per giunta da dietro. Solo il cartellino giallo? Lo sapevo che quest’arbitro non è all’altezza.
– Eh sì, faccio il cartellino ormai da più di 3 anni. O mi estraggono troppo per mettersi al centro dell’attenzione oppure lasciano correre e poi siamo costretti a vedere falli come questi. Ci vuole equilibrio e non è facile trovarlo.
Hai ragione. Vediamo un po’ che succede con questa punizione. Magari qualche emozione?!
… macché, un altro tiraccio da dimenticare! E questi dovrebbero essere giocatori di serie A?
Ehi, dove mi mandano? Così arrivo in tribuna…
Aaiutoooo! Aha, toglietevi… mamma miaaaa….
“Papà, papà… guarda, la palla viene verso di me”.
“Attento, è fortissima! Spostati!”
“No, io non ho paura, la prendo al volo… presa!”
“Bravo, che fortuna! Nascondila, così te la porti a casa”.
Oddio… dove sono finita!?! Sì bambino, guarda. Portami a casa tua che sono stufa di questa vitaccia. Almeno mi riposo un po’.
– Ti terrò come una regina, ti farò vedere a tutti i miei amici. Quanto sei bella, così lucida ed elegante!
Ah, finalmente un intenditore!
– Non ti lascerò mai e ti porterò con me nel letto quando vado a dormire per sognare di diventare anch’io un calciatore, un giorno…
Wow! Questo è parlare! Va bene, te lo concedo (questo bambino mi fa sentire più speciale di tutti quei calciatori laggiù!)
Si pregano i tifosi di restituire il pallone per consentire la prosecuzione della partita.
– Però… forse non è giusto?
Sì che è giusto, sbrigati, nascondimi!
– No, forse non è giusto. Questa partita ha bisogno ancora di te! E io spero sempre che la mia squadra del cuore possa vincere. Vai! Torna in campo e fammi vedere di cosa sei capace!”
Questo bambino ha un cuore d’oro. Lui sì che è un vero sportivo! Gli voglio regalare una domenica indimenticabile.
Forza ragazzi, dateci dentro! Il bambino ci ha ricordato qual è il vero spirito del gioco: non bisogna mollare mai, perché ogni partita ci fa sentire vivi e come ogni sfida della vita può servire a migliorarci. L’importante è rimanere sempre nel fair play!
Oh oh, mi avete preso alla lettera! Che geometrie, che passaggi millimetrici. È così che si fa. Siamo a un passo dalla porta…
La partita sta per giungere al termine. Vi preghiamo di defluire ordinatamente.
Dai, ci sei quasi. Ora rimani lucido: un vero campione si riconosce in questi momenti.
Sììììììììììììì… proprio all’incrocio dei pali. Che magnifico goal proprio all’ultimo secondo!!!
Lo stadio esplode in un entusiasmo incontenibile. Non pensavo si potessero vivere ancora emozioni simili.
Che tripudio di bandiere e colori!
Sei contento, bambino? Hai fatto proprio bene a rimettermi in campo.
È attraverso la lealtà e il gioco di squadra che la domenica si può gioire insieme.
Quanto a me, torno nello spogliatoio stanca ma soddisfatta: ho visto esultare tante persone intorno a me, grandi e piccoli, tutti felici di vivere un’emozione unica che accomuna e regala momenti indimenticabili.
“Oggi non pensavo proprio che vincessimo”.
“Papà, allora mi dici perché ripeti sempre che la palla è rotonda?”
“Figlio mio, è per dire che nella vita, come nello sport, accadono spesso cose imprevedibili e inimmaginabili.
Per questo bisogna darci dentro fino all’ultimo: non si sa mai… magari dietro l’angolo ti aspetta una splendida vittoria! Proprio come è successo in questa partita.”