43° minuto. La partita si ferma Italia-Ucraina e partono gli applausi in ricordo delle 43 vittime del ponte Morandi.
L’amichevole della Nazionale con l’Ucraina, lo scorso 10 ottobre, è stata l’occasione per vivere un momento di grande emozione in campi e sugli spalti nel nome delle 43 persone che hanno perso la vita nel crollo del ponte.
Sulla panchina azzurra Roberto Mancini, per 15 anni a Genova da calciatore, che ha voluto sedere sulla panchina blucerchiata nelle gare casalinghe di campionato.
Un gesto che sottolinea il forte legame con la città, un gesto che dimostra come il calcio è ancora etica, passione e rispetto.
La scelta del capoluogo ligure era migliore per un’amichevole; una scelta per regalare a una popolazione qualche ora di spensieratezza.
Tanti i bambini felici ed emozionati nel vedere i loro idoli nello stadio di casa.
Un potere che solo il pallone ha, una forza di volontà che solo il calcio è capace di creare, un capacità di unire che quella palla genera ogni volta che rotola.
È sempre bello vedere una partita di calcio, perché solo il giocare restituisce la vera essenza di questo e di tutti gli sport: il divertimento e la solidarietà.
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