Perchè dire che una squadra è “mia”? Perchè nei confronti di una società di calcio c’è questo senso di possesso? Perchè ci si identifica negli uomini che scendono in campo, in questi ragazzi che corrono dietro a un pallone e ci fanno sognare.
Tifare per una squadra di calcio, significa viverla anche quando finisce la partita. Significa seguire la loro vita quotidiana, approvando determinati comportamenti e criticarne altri. Significa condividere (termine quanto mai appropriato in questi tempi social..) il loro mondo a 360 gradi.
Siamo noi tifosi che diamo la spinta a crederci quando si sta perdendo, siamo ancora noi pronti a incitarli verso il successo. Un vero tifoso leale, appassionato e sportivo, non lascia la “sua” squadra sola nemmeno (e soprattutto) nei momenti più duri. E penso alla tifoseria del Parma; non oso immaginare cosa possano provare ma so che qualunque sia il destino della loro squadra, non lasceranno mai lo stadio vuoto.
Il senso di possesso, di proprietà, di gioia, di rabbia: una storia d’amore che fa, di alcuni giocatori, idoli, icone, capitani e leader. Da loro (noi tifosi) ci aspettiamo di tutto. Cosa significa “tutto”? Semplice: gol, vittorie, prestazioni sempre al top e capacità di trascinare i compagni. In campo. Ma non solo: lealtà, correttezza, etica, serietà e rispetto. Fuori dal campo.
Quando un giocatore dà tutto se stesso, il tifoso perdona e difende. Quando in campo c’è scarsa voglia di sacrificarsi, il tifoso critica e contesta.
Il possesso è un senso di appartenza, di identità con chi (coloro) ci emoziona attraverso input di energia positiva e negativa e a volte, personalmente parlando, dando quella spinta a guardare sempre avanti credendo in se stessi e nei propri progetti.
Sono una tifosa e amo la “mia” squadra.