“Azzurro, il pomeriggio è troppo azzurro e lungo per me…”
Dopo al partita d’esordio di Antonio Conte sulla panchina della Nazionale italiana contro l’Olanda a Bari, mi sono risuonate nella testa le note della canzone di Adriano Celentano. Inizialmente non riuscivo a capire il motivo di questo collegamento mentale; poi ho avuto una “folgorazione” e ho iniziato ad associare il nostro Ct alla figura del macchinista. So che tale idea può far sorridere, ma usando un po’ di fantasia ci può stare! Come? Se ci ragioniamo un attimo Conte può essere paragonato a colui che prende in mano, o meglio il comando, di una squadra, un’intera realtà sportiva nazionale che stava (o sta) arrivando alla fine di un binario oltre il quale è (o era) difficile intravedere qualcosa. Ecco, Antonio Conte ha visto passare questo treno azzurro, qualcuno gli ha chiesto se voleva salirci su e guidarlo verso nuova arterie ferrate. Lui, da combattente che non si tira mai indietro, ha accettato nel rispetto però di se stesso e del suo modo di lavorare.
Una responsabilità difficile dato che questa scelta comporta lo spostamento di un convoglio con a bordo una nazione intera e portarlo verso obiettivi in cui credere realmente e, anche, portare quella nazione a fidarsi del nuovo macchinista. Già perché in tanti, dati i trascorsi bianconeri di Conte, non si fidano, provano avversione e tutto il resto. Aggravante in più quindi che pesa ma… ma al primo cambio di binario c’è stato subito una nuova opinione scaturita in un profondo e sentito applauso. Un clima positivo e sereno dettato anche dalle scelte del Commissario tecnico. “Viene prima l’uomo e dopo il calciatore”, è un’affermazione importante, forte e decisa che indica quale sia il principio che guida le convocazioni. Infatti i nomi scesi in campo hanno rispecchiato perfettamente la mentalità “contiana” fatta cioè di grinta e sacrificio e voglia di dimostrare di amare il gioco del calcio nel suo senso più vero.
Certo, non basta, la strada è ancora lunga anzi lunghissima: Francia 2016 è la stazione d’arrivo.
“…Il treno dei desideri che nei pensieri all’incontrario va…”
Noi, da utenti-viaggiatori speriamo che il treno azzurro proceda senza troppi scossoni il suo viaggio perché quella stazione segnerebbe realmente un percorso che sembrava (o sembra) destinato a finire in un binario morto.
Ah, dimenticavo: certo è che, una volta scesi dal terno, la nazione azzurra non si accontenterebbe di un semplice giro turistico sotto la Tour Eiffel….