Rugby aquilano

Il ricordo di Mauro Zaffiri, una vita per il rugby

Se n’è andato Mauro Zaffiri, un pezzo importante della storia sportiva della nostra regione. Mauro era il presidente dell’Aquila Rugby Club, e per decenni è stato un protagonista del movimento. Una personalità di spicco del rugby abruzzese e nazionale, fin dai tempi del Cus, e poi con L’Aquila Rugby, passando per la Gran Sasso e anche per il ruolo di presidente del Comitato regionale, che oggi ho avuto l’onore di ereditare. Mai domo, era un vero combattente, come ogni rugbista che si rispetti. Ha lottato fino all’ultimo respiro contro la malattia, e alla fine ha passato la palla. Ma la sua generosità e il suo cuore rimarrà per sempre da esempio per tutti noi, per i giovani atleti, per le generazioni future. Il mio abbraccio va alla moglie Antonella, ai figli Maurizio e Giulia e a tutta L’Aquila Rugby Club.

Così il presidente di FIR Abruzzo Giorgio Morelli.

E’ impossibile raccontare in modo esaustivo la vita di Mauro Zaffiri. E’ stato attivo in così tanti ambiti, facendo talmente tante cose, che ne potrebbe parlare un’intera enciclopedia. Una cosa è certa: ha attraversato le generazioni e la sua attenzione è stata sempre rivolta ai deboli e ai giovani, anche quando giovane non lo era più.

E’ nato il 2 giugno 1953. Dopo pochi anni capisce che lo sport avrebbe segnato tutta la sua vita. Ha iniziato a giocare a calcio, dandosi poco dopo al rugby, che non avrebbe più abbandonato.

Ha vinto con la Polisportiva L’Aquila il campionato riserve, esordendo successivamente in Serie A. La sua passione e il suo impegno, anche da giovane lo portano a diventare presidente del neonato Cus L’Aquila. Nel capoluogo d’Abruzzo l’impegno in politica e nella società aquilana ardeva: segretario provinciale della federazione dei giovani comunisti, si dedica anche alla comunicazione, gestendo Radio Città Futura.

Negli anni la radio diventa una fucina di giovani talenti, oggi anche importanti esponenti del giornalismo nazionale. Radio Città è un laboratorio di creatività, che sfocia in vari progetti editoriali, tra cui Fotofinish.

Nel frattempo, gestisce – come ha fatto fino alla fine – il negozio di autoricambi di famiglia e, con il Pci, nei primi anni ’80 è anche consigliere comunale dell’Aquila, con la delega al commercio. Sarà inoltre presidente della Confesercenti provinciale.

Insieme ad altri avvia una stagione incredibile di eventi sociali e culturali, che porteranno all’Aquila la creazione di un festival blues e un festival jazz, tra le prime città in Italia ad organizzarlo. L’altra intuizione è quella degli eventi estivi all’aperto: un’intera generazione di aquilani ha ballato al Cica Cica Bum, pensato per non far fuggire i giovani dalla città. Un successo straordinario, e mai ripetuto fino ad oggi, che ebbe l’effetto di attrarre persino centinaia di giovani da fuori. Da ricordare anche le tournee più importanti d’Italia organizzate al “Tommaso Fattori”.

Intanto una malattia, 18 anni fa, lo colpiva. Ma lui la batteva, come un leone, e intuiva che bisognava fare qualcosa anche per quello. Per questo promuove L’Aquila per la Vita, una onlus che da anni è punto di riferimento nel territorio per l’assistenza ai malati oncologici.

Sempre immerso nella vita pubblica della comunità, attraverso la politica e lo sport. Dalla presidenza del Comitato regionale abruzzese di rugby all’esperienza intensa della Gran Sasso Rugby, fino alla promozione in Serie A. E poi il sostegno ai piccoli rugbisti attraverso Rugby Experience.

Nel mezzo, il terremoto del 2009. E una stagione di lotta che l’ha visto protagonista e, per la prima volta, distanziato dalla politica che aveva sostenuto prima di allora. “C’è un prima e un dopo”, ha ripetuto più volte, e quella linea lui l’ha tracciata, fondando e sostenendo realtà che in molti nella sua posizione non avrebbero avuto il coraggio di fondare e sostenere, come i movimenti civici, e realtà sociali come CaseMatte.

Il resto è il presente: tre anni fa ha rilevato assieme ad altri appassionati della palla ovale L’Aquila Rugby Club, in difficoltà economiche, consentendo non senza problemi tre stagioni sportive, di cui due in Eccellenza e una in Serie A. Un’avventura, l’ennesima della sua vita, che lo ha prosciugato, e all’interno del quale spesso è stato lasciato solo. Ma Mauro era così: diceva sempre che “si può fare”. Anche quando l’evidenza lasciava intendere il contrario, si è sempre spinto oltre a dire “si può fare”.

 

 

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