Calcio

Il linguaggio universale del calcio

Il calcio ha un linguaggio universale, non conosce distinzioni di età, razza, sesso e religione.

Ci credo davvero. Il mondo del pallone non è cambiato, è sempre lo stesso. I tifosi, quelli veri sono sempre gli stessi perché sono mossi sempre dallo stesso valore: la passione.

Quando andiamo allo stadio lo facciamo per tifare la nostra squadra del cuore, lo facciamo per tifare, incoraggiare e quando serve criticare i nostri idoli.

I tifosi veri lo fanno senza superare i limiti, lasciando la rabbia dentro lo stadio e all’uscita stringono la mano al tifoso avversario oppure  quello sfottò giusto, che ci sta. Ma tutto qui.

I tifosi veri lasciano i colori da parte quando accade qualcosa che va oltre lo sport, qualcosa che intacca la vita personale di un atleta e si unisce a lui, tifa per lui.

Leonardo Bonucci, difensore della Juventus, ha vissuto sulla sua pelle l’amore dei tifosi e il suo linguaggio universale. Davanti al dramma vissuto da suo figlio, il piccolo Matteo colpito da una patologia acuta nei mesi scorsi, i tifosi veri hanno lasciato le loro bandiere e preso gli striscioni della solidarietà, scritto post di incoraggiamento e fatto tweet d’affetto per il giocatore della Nazionale.

Eccolo il vero calcio, quello fatto di solidarietà, spirito di gruppo, coesione e condivisione.

Credete davvero che il mondo del pallone sia cambiato? Io penso di no.

Sono le troppe chiacchiere intorno a lui che esasperano gli animi, per fortuna la parte sana vince sempre quando c’è da lottare e stare insieme.

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