Il 20 gennaio 2016 Marco Simoncelli avrebbe compiuto 29 anni. Che brutto utilizzar quel “avrebbe”, quel condizionale che sa di passato, dolore. Rabbia.
Già, perché Marco non può più festeggiare nulla, non può esultare, vincere, ridere, correre. La sua vita si è fermata in Malesia il 23 ottobre 2011 nel corso della gara di Moto GP sul circuito di Sepang.
Perché ho deciso di parlare di lui? Confesso di non seguire nè motociclismo nè automobilismo ma le immagini di quell’incidente mi hanno colpito il cuore. Penso spesso a Sic (l’affettuoso nomignolo di Marco), a quella massa di capelli ribelli e a quel viso che sapeva di buono e di vero.
Mi sarei sicuramente affezionata a quel ragazzo se solo avessi avuto più tempo per seguirlo in tv tra interviste e sprazzi di gare visti di sfuggita…
È da quando ho il blog che pensò di scrivere un post che parli di lui ma non sapevo cosa dire e come dirlo. Poi, qualche giorno fa ho deciso come procedere: dare voci a chi, Marco Simoncelli lo ha conosciuto. Così ho pensato a Federico D’Annunzio motociclista abruzzese della Superbike categoria Superstock 1000. Ecco il suo ricordo:
Ho conosciuto Marco tempo fa. Mi ha fatto una bellissima impressione; a differenza di tanti altri piloti che ho incontrato, lui è schietto e genuino. Come lo vedevi in televisione, era nella vita reale. Un grande talento e una persona vera. Come professionista ha lottato e fatto tanta gavetta e poi è venuto fuori con tutte le sue doti ed è emerso dopo aver sudato anche per ottenere la moto giusta. Il suo percorso, la sua carriera meritocratica, lo rende un esempio per chi, come me, parte dal basso e conosce le difficoltà per ‘diventare grande’. Purtroppo non ha avuto tempo di vincere una gara in Moto GP.
Ciao Marco, ti pensiamo sempre!