Federico D’Annunzio: l’Abruzzo in moto con me

Federico D'Annunzio 1Ovidio, poeta romano nato a Sulmona; Ennio Flaiano, sceneggiatore e giornalista nato a Pescara e Gabriele d’Annunzio (con la “d” minuscola, come amava firmarsi il Vate), scrittore, poeta e politico nato a Pescara. Tre grandi nomi che hanno fatto la gloria dell’Abruzzo nel mondo. Certo, vi chiederete: cosa c’entrano questi personaggi con il calcio e in generale con lo sport? Domanda legittima che ha una sua risposta, anzi due, specie se c’è in ballo il (cog)nome D’Annunzio. Prima risposta: fu Gabriele d’Annunzio a inventare lo Scudetto come riconoscimento a una squadra vincente, nel corso di una partita di calcio a Fiume nel 1920. Seconda risposta: Federico D’Annunzio, classe 1992, nato a Pescara (ma risiede a Congiunti, frazione di Collecorvino a Pescara) è una giovane promessa dei motori sulle due ruote attualmente impegnato nel Campionato mondiale di Superbike categoria Superstock 1000. In entrambi i casi l’arte e la classe fanno parte della storia abruzzese e, scusate se questa affermazione può risultare eccessiva, sono nel Dna dei D’Annunzio.

Dato che il blog parla di sport, ho voluto far conoscere questo giovane motociclista, iscritto alla facoltà di Ingegneria meccanica che lavora con il padre nell’officina di famiglia e che ha iniziato a (per)correre la strada del suo sogno: correre in moto. Percorso iniziato grazie a un gruppo di amici che lui ammirava da piccolo, e che ora lo seguono, con un furgoncino preso in affitto in giro per il mondo. Chi sono? Ecco il Fda Racing Team che segue Federico D’Annunzio: ingegner Walter Colleluori (Team manager), Fabio D’Annunzio (responsabile tecnico), ingegner Pascal Cardinale (ingegnere elettronico), dottoressa Edda Migliori (responsabile comunicazione), Stefano Marini Misterioso, Enrico Chiavarini, Ezio De Vincentiis, Mirko Di Claudio, Pietro Di Berardino, Fabio Amadio, Stefano Bottini, Image solutions. Mc pubblicità e Team supporters.

Allora Federico, come nasce la tua passione per le moto?

“Mi è stata trasmessa: papà ha un’officina e da giovane correva con i Kart. Mio fratello, 15 anni più grande di me, dal motorino è passato alla moto e, con un gruppo di amici, iniziò a gareggiare a livello amatoriale. E’ partito tutto così, io che li guardavo dal basso verso l’alto cercando di imitarli fino a che, all’età di 6 anni ebbi in dono da mio fratello un go-kart. Qui comincia la mia storia in sella: i primi giri proprio con mio fratello e i suoi amici con i miei genitori contrari alla corse. A 10 anni però il kart era diventato piccolo, così prendemmo una minimoto: per me, appassionato delle due ruote, fu un sogno che si realizzava anche perché mi sentivo più vicino a mio fratello. Verso i 13 anni iniziai a salire per le prime volte su una moto vera con le marce da fuoristrada; e proprio in quel periodo vidi un’inserzione su Moto Sprint (rivista di settore) riservata ai ragazzi tra i 13 e i 16 anni. In pratica era un campionato organizzato dalla Federazione motociclistica, da Moto Sprint e dall’Aprilia, per andare a caccia di giovani talenti. Decisi di partecipare. Alla prima selezione, a Maggione, eravamo in 350 e rientrai tra i 60 che fecero la seconda selezione, superai anche questa come la terza che sceglieva i 30 che alla fine partecipavano al torneo. Il problema lì fu in reperimento dei 6mila euro per iscriversi, non fu semplice ma trovammo il modo. E’ stata una bella prima avventura che andò bene: arrivai al 6 posto, a pari punti con  il quinto classificato che era campione europeo di minimoto. Insomma, un risultato di tutto rispetto considerando che erano presenti piloti  con alle spalle esperienze internazionali. Partecipai anche al campionato successivo e in seguito alla Coppa Italia con il team di famiglia che mi accompagna tuttora e cioè quel gruppo di amici di mio fratello che ammiravo da piccolo. Quello del 2007 è stato il torneo più avvincente. Ci giocammo tutto all’ultima gara dove arriva quarto ma chiusi al terzo posto in classifica generale per una questione di ‘scie’ che in quel tipo di campionato hanno il loro peso”.FDA RACING TEAM

E la tua famiglia, prima preoccupata, cosa pensa ora?

“Sono ancora preoccupati. Diciamo che quando vengono a vedere le gare fanno anche il tifo, specie mio padre ma quando torno a casa, mi ricorda di fare attenzione. Papà poi da giovane ebbe un incidente con i kart che lo ha segnato e che non dimentica. Mamma invece conta i giri che mancano alla fine della gara sin dall’inizio”.

Cosa vuol dire giocarsi un Mondiale Superbike?

“A livello individuale la senti un po’ di pressione, perché hai voglia di fare bene, non vuoi perdere l’occasione. Essere lì per noi è un grande sacrifico e pensi subito a fare risultato per far capire e vedere quanto vali. Essere arrivati al Mondiale Superbike è già tanto: prendere una moto usata, partecipare a una manifestazione con case ufficiali e piloti con esperienza, non è semplice. Ci siamo buttati in questa avventura con entusiasmo e voglia di far bene ma confesso che la notte precedente l’esordio, il mio pensiero fisso era: ‘Speriamo di non fare ultimo’. Un pensiero legato alla realtà con cui ci stavamo presentando: tutti con le Motorhome e noi con un furgoncino a noleggio con persone che ci aiutano tutti i giorni ma che non fanno questo di mestiere. Paure che mi hanno permesso di buttare il cuore oltre l’ostacolo riuscendo a qualificarmi all’ottavo posto e finire quella prima gara, ad Aragon, quinto. Lascio immaginare la soddisfazione di tutti noi amplificata dai complimenti dei telecronisti Mediaset. A tal proposito una curiosità la voglio raccontare: ad Aragon, essendo la prima gara stagionale, i giornalisti fanno il giro dei paddock per conoscere team e piloti; il nostro furgone aveva la scritta ‘Prima del sì, bomboniere’ e Paolo Beltramo, avvicinandosi ci disse: ‘Ragazzi, chi è che si sposa qui?’”.

Federico D'Annunzio 41Che differenze nel dettaglio tra Superbike e MotoGp?

“La MotoGp e le sue categorie: Moto3, Moto2 e MotoGp, prevedono dei prototipi cioè moto create esclusivamente per le gare. Al contrario, nella Superbike le moto derivano dalla serie cioè mezzi che acquisti a un concessionario, quindi in vendita per chiunque. Anzi, il regolamento prevede che la casa deve produrre un certo numero di moto per partecipare a quella competizione. Dunque, una moto venduta e anche bene, che sarà modificata seconda delle categorie di gara”.

Hai degli idoli ai quali ti ispiri?

“Essendo cresciuto seguendo la MotoGp nel periodo d’oro di Valentino Rossi, non posso non citare lui; un personaggio che ha cambiato il motociclismo soprattutto a livello mediatico. Devo essere sincero però, a livello di guida ho ammirato tantissimo Max Biaggi, quando vinse quattro Mondiali di fila nella 250 fu stupefacente! Peccato non abbia avuto la stessa fortuna di Valentino Rossi. Il mio sogno? Un giorno correre il MotoGp”.

Cosa porti, quando sei in giro per il mondo, della tua regione?

“Quando vado fuori penso a mangiare e, andando con il camper, portiamo tutto da casa. Comunque mi piacerebbe rappresentare l’Abruzzo specie in uno sport come il motociclismo poco seguito da noi e con pochi posti per poterlo praticare. Io stesso devo andare fuori di circa 200 km per potermi allenare. Penso ai padri che vogliono portare i figli anche solo per fare un giro, per divertimento a quanta strada debbano percorrere. Sì, vorrei sensibilizzare i ragazzi abruzzesi a questo sport. Il mio cognome? Beh, in effetti è importante… Per questo abbiamo deciso di fare un richiamo a colui che è il simbolo d Pescara e della mia regione, scrivendo sulla carena della moto una suafrase: Memento audere semper. Che, in fin dei conti, è lo spirito che anima noi motociclisti cioè quello di osare sempre. Quindi, per rispondere alla domanda, l’Abruzzo è sempre con me”.frase moto

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