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“Disabilità-scuola-sport”: inclusione vincente

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di SONIA CAROSELLA

Si è svolto a Pescara il convegno Disabilità – scuola – sport organizzato dal club Kiwanis Chieti-Pescara, con la partecipazione di una folta platea di studenti dell’Itcg Aterno-Manthonè. L’evento si è inserito nelle iniziative volte a celebrare la Giornata mondiale delle persone con disabilità, istituita nel 1981 con lo scopo di promuovere iniziative di sensibilizzazione e inclusione sociale, e ha visto la premiazione degli atleti diversamente abili distintisi nell’anno 2015.

Lo sport ha da sempre ricoperto un ruolo importantissimo nel creare occasioni di riscatto e affermazione personale, dando la possibilità alle persone di vincere i propri limiti, siano essi fisici o mentali. Proprio in virtù di tale ruolo, l’attività agonistica si è dimostrata fondamentale come strumento contro l’esclusione delle persone con disabilità.

“Si tratta di una battaglia combattuta dalle famiglie, dai professionisti del settore insieme a chi vive la disabilità sulla propria pelle – ha affermato Angela Forlani, direttore territoriale Inail di Chieti-Pescara – in cui bisogna rivalutare tutto ciò che nella vita di tutti i giorni si dà per scontato”.

L’ingegneria protesica ha ristretto il divario: grazie all’ausilio di protesi studiate sulle necessità degli atleti, infatti, è stato possibile per moltissime persone riprendere, dopo gravi infortuni, attività sportive di alto livello, riportando successi incredibili a livello internazionale.

Occorre fare però una riflessione semantica prima di parlare di situazione tanto delicate: “Il concetto di disabilità porta con sé la negazione di abilità, contrapponendosi al concetto di normalità e di capacità. Sarebbe opportuno semmai parlare di capacità alternative; il termine corretto è persona con disabilità, per sottolineare la persona nella sua interezza, non quello di cui manca” ha dichiarato la Forlani nel corso dell’incontro.

La disabilità entra a volte di prepotenza nella vita delle persone, spezzando i progetti per il futuro; la motivazione e la determinazione sono indispensabili allora per ritornare a vivere una realtà piena e autonoma, in un contesto inclusivo e incentivante. È qui che l’attività sportiva gioca un ruolo fondamentale.

Lo sport ha il potere di cambiare il mondo – scriveva Mandela – ha il potere di suscitare emozioni, di unire le persone come poche altre cose al mondo. Parla ai giovani in un linguaggio che capiscono. Lo sport può creare speranza, dove prima c’era solo disperazione”.

Valorizzare le capacità dell’infortunato diviene dunque una responsabilità sociale, una spinta verso la ricerca di riscatto personale e sociale, in cui l’attitudine e la volontà a rimettersi in gioco sono fondamentali; come dichiarato dal campione Alex Zanardi, dopo aver perso entrambi gli arti inferiori in un grave incidente automobilistico, “A volte per rialzarsi in piedi non servono le gambe”.

Ma non è solo la disabilità fisica a trovare vantaggi eccezionali nell’attività sportiva. Anche nel caso di disabilità mentale infatti, l’inserimento in un percorso sportivo è spesso determinante nell’apportare quella spinta positiva necessaria all’autostima. La competizione, l’interazione in un gruppo, le regole e i confini dello sport sono elementi chiave del processo di riconoscimento personale e sociale, di dimostrazione di coraggio e capacità, di gratificazione e valorizzazione.Special Olympics 2015

Basti pensare agli eccellenti risultati riportati alle Special Olympics, le Olimpiadi per atleti con Sindrome di Down, tenutesi in Sudafrica dal 24 al 27 novembre scorsi, in cui gli atleti italiani hanno portato a casa 18 medaglie d’oro, 7 d’argento e 2 di bronzo.

Dedizione, perseveranza, voglia di lottare contro tutte le grandi e piccole difficoltà del quotidiano: una grande lezione che ricorda a tutti quanto i valori sportivi siano dei maestri per tutti, una messaggio di speranza per migliorare la qualità di vita di tutti.

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