Quando cresci con una passione, che con il tempo diventa sempre più un chiodo fisso, prima o poi se ne vedono i benefici: è quello che è successo all’abruzzese Simone Di Tommaso, neo Commissario tecnico della Nazionale italiana maschile di Beach Volley.
Lo abbiamo intervistato per farci raccontare la sua storia da sportivo e allenatore. Buona lettura!
Passione pallavolo, da dove nasce?
“Da piccolo, vedevo mio fratello più grande giocare. Ho iniziato a seguire le sue orme e così è nata la passione con le prime partite a 11 anni”
La prima e ultima partita da giocatore: ce le racconti?
“Della prima è difficile ricordare perché si trattò di una partita giovanile, la ricordo però in quanto mi fecero una fotografia e i miei genitori l’hanno appesa in camera. L’ultima invece la ricordo benissimo: è stata una gara particolarissima. Gli ultimi anni della mia carriera sono stati importantissimi, specie a Siena dove ho vinto una Coppa Italia in A2, vinto il campionato con la promozione in A1; questa premessa è essenziale per capire quanto il caso non esiste: l’ultima mia partita l’ho infatti giocata a Siena ma con la maglia del Ravenna. Non avevo deciso che fosse l’ultima ma poi, il destino, ha voluto fosse così a Siena, una delle città che mi è rimasta nel cuore”.
Poi dal volley al beach volley da allenatore: com’è avvenuto il passaggio?
“Da giovane giocavo anche a beach volley; poi quando la pallavolo è diventata un vero e proprio lavoro volevo comunque restare nell’ambiente e ho iniziato proprio nel beach volley, poi ho affiancato il tecnico della pallavolo ma sempre con una passione per il beach volley e da lì si è sviluppata anche la passione di voler allenare sulla sabbia”.
Ora tecnico della Nazionale Italiana Maschile di Beach Volley del campione Paolo Nicolai, quali emozioni?
“Un passaggio importante, una nomina di prestigio con un giocatore che ha disputato tre Olimpiadi, abbiamo il sogno di Parigi 2024… Un ruolo che ricopro con onore, la maglia azzurra è sempre la massima aspirazione per un atleta e per un allenatori; inoltre gli stimoli sono doppi anche perché ‘gioco in casa’ insieme al mio staff tutto abruzzese solo il compagno di Nicolai, Samuele Cottafava, è di Parma ma si è ben integrato in questo progetto abruzzese all’interno della Fipav”.
Obiettivi nel lungo periodo per gli Azzurri?
“Le Olimpiadi di Parigi 2024 sicuramente l’obiettivo numero uno e, per questo, iniziano a prepararci quest’anno a conquistare la migliore posizione possibile nel Ranking mondiale per poi giocarci al meglio, nel 2023, le gare di qualificazione. Nel frattempo, ci sono obiettivi di prestigio a medio termine come i Mondiali a giugno a Roma e le varie tappe del campionato internazionale”.
Perché giocare a beach volley: come risponderebbe a questa domanda?
“E’ uno sport a metà tra gli sport di squadra e gli sport individuali perché sono in due, non ci sono cambi e i momenti difficoltà vanno affrontanti in campo, non si può essere messi all’angolino; uno sport quindi che forma sotto tanti punti di vista. In più bisogna essere disposti a giocare in qualsiasi condizione climatica, si gioca a 40 gradi come sotto la pioggia; credo che un atleta di beach volley debba essere un atleta a 360 gradi cioè in grado di gestire diverse situazioni per questo lo ritengo davvero uno sport completo e sono contenta che, con il passare degli anni, si stia creando una sua identità”.