Per questo articolo oggi abbiamo chiesto aiuto a un amico, appassionato di sport e di calcio come noi al quale abbiamo lasciato carta bianca sul tema da affrontare.
Perchè carta bianca? Perchè lui vede lo sport come noi, amante di ciò che va oltre la semplice partita, di ciò che c’è dietro un atleta, la sua storia e la sua vita.
Pronti? Buona lettura!
di GIANLUIGI D’AMBROSIO (Inchiostro Sportivo)
La vivacità spesso spinge a non calcolare un grosso rischio, perché da bambino non riesci a capire la reale dimensione di ciò che ti circonda.
Il tempo è un dono ma anche un docente, in grado di insegnare a cadere per rialzarti, e a gioire per ciò che hai costruito con tanti sacrifici.
Il sacrifico in Sudamerica è una parola obbligata.
Eh già, perché le strade da percorrere sono piene zeppe di pericoli, a volte si corre il rischio di cadere tanto in basso da non riuscire a risalire.
Angel cadde, sprofondando in un pozzo lontano dalla luce del Sole, e grazie al coraggio di una madre, riuscì a riafferrare il filo che conduceva, a quel futuro legato al cuoio di una palla.
Gli occhi sono alimentati dalla stessa vivacità che lo aveva condotto ai pericoli, stavolta però mirano ai grandi palcoscenici, sognando ad occhi aperti, uno stadio pieno zeppo di tifosi che urlano il verbo cantato dai tuoi piedi.
Tra le linee abile e attento, come un tessitore di una tela pronta ad esser montata su un veliero, pronto a salpare stracolmo di lacrime di arrivederci, fino a Lisbona dove ad accoglierti c’era un’aquila.
Le mani a forma di cuore stregano gli occhi dei blancos, pieni di quella ossessione vincente per la quale sono conosciuti in tutto il mondo, al servizio di Carlello da Reggiolo detto “Re di Coppe”.
Nessuna intenzione di rinunciare all’abbattimento di un muro Colchoneros, scodellando un pallone dove l’uomo da 100 milioni di euro non può di certo sbagliare, regalando con orgoglio, al popolo blanco di Madrid, quel “sì” per un invito a cena in compagnia della donna più bella.