Scrittura e calcio, calcio e scrittura: una bella coppia gol quando riescono a creare un’azione di gioco efficace che si concretizza in un gol.
E’ la combinazione perfetta che ha trovato Andrea Masciaga studente e calciatore di Prima Categoria quando ha deciso di scendere sul campo dell’editoria con il suo pallon.
Andrea infatti è autore del libro di successo Ci alleniamo anche se piove? che gli ha portato fortuna visto che la Rizzoli gli ha chiesto di scrivere un altro testo. E lui non si è tirato indietro anzi, ha realizzato un’altra rete ancora più bella che si chiama Ma restiamo con i piedi per terra.
Nel giorno del suo compleanno, lo abbiamo contattato telefonicamente per farci raccontare la sua storia.
Chi è Andrea Masciaga?
“Sono laureato in Lettere ma sono ancora uno studente universitario visto che sto studiando Scienze storiche a Milano e vorrei fare l’insegnante”.
Quanto conta il calcio nella tua vita?
“Conta. Come lavoro sicuramente no in quanto gioco in Prima Categoria nello Comignago, squadra di Arona in provincia di Novara; è sicuramente la mia prima passione insieme alla scrittura. Sono nate insieme: il calcio già a 5 anni, la scrittura sin dalle elementari che, con il tempo, si è sviluppata anche al di fuori della scuola. Diciamo che il calcio conta tantissimo come pura passione”.
Sei al secondo lavoro editoriale, dopo Ci alleniamo anche se piove? ecco Ma restiamo con i piedi per terra. Come nascono questi libri?
“Il secondo libro nasce perché mi ha contatto la casa editrice Rizzoli a seguito del buon riscontro del primo lavoro. Mi hanno proposto di scrivere un romanzo sul calcio dilettantistico dandomi carta bianca; è stato importante, e di questo ringrazio la casa editrice, in quanto mi ha permesso di lavorare in tutta serenità. Faccio una distinzione: Ci alleniamo anche se piove? raccoglie una serie di pensieri messi insieme; una mia amica lo ha definito giustamente un diario. Nel secondo libro invece queste considerazioni diventano un vero e proprio romanzo che prende spunto da una storia vera: al mio arrivo due anni fa al Comignago, eravamo la Cenerentola che doveva salvarsi, e invece abbiamo disputato e vinto i play-off per accedere alla Prima Categoria. Questo fatto mi ha aiutato a creare la base per il libro da cui sono partito per scrivere tutto ciò che nei campi dilettantistici si vive. Un esempio? Nel romanzo parla di un sabato pomeriggio si va in campo a spaccare il ghiaccio per giocare la domenica; ecco, è accaduto davvero! Insomma, ho messo dentro tutta la mia esperienza vissuta nelle squadre in cui ho giocato e gioco”.
Il calcio dilettante e il calcio professionistico davvero sono due mondi sotto lo stesso cielo?
“Non mi piace fare confronti ma, effettivamente, il gioco del calcio vero è quello dilettantistico; se si sale in po’ più in alto sono subentrate tante cose che vanno al di là del calcio che, possono essere anche giuste, ma è troppo altro e troppo poco pallone. Mi dicono che sono un romantico, forse sì ma tante persone che più grandi di me hanno notato cambiamenti abissali. Il centro è ancora e sempre il pallone ma sopra di noi c’è tanto altro…”
C’è un messaggio che vuoi dare con i tuoi libri?
“Sì, il messaggio che vorrei mandare è che non bisogna mai mollare. E’ vero, non arrivano tutti a certi livelli, ma non bisogna mai dimenticare che si gioca per passione. Poi il bello del libro è la possibilità che dà a tutti di dare una libera e personale interpretazione di ciò che legge”.
Hai altre idee in cantiere?
“Sì, qualche altro progetto in programma…”.