Metti in mano una palla a un bambino e lo farai felice. Anche per il protagonista di oggi è così. Solo che, invece del pallone da calcio, lui era felice con un pallone a spicchi.
Sì, il pallone da basket per Alessio Pacchioli è questione di famiglia al punto da diventare il suo sport di squadra prescelto come attività sportiva della vita.
Come è nato tutto ciò? Quali emozioni? In quali squadre ha giocato? Ce lo racconta proprio lui, Alessio Pacchioli pronto per la sua nuova avventura con lo Spoltore Basket nel campionato di Promozione.
Come nasce la tua passione per il basket?
“La mia passione per questo sport è nata principalmente grazie alla mia famiglia in quanto sia mio fratello che i miei due cugini hanno praticato pallacanestro sin da piccoli. Andando a vedere qualche loro partita, dato che sono il più piccolo dei quattro e quindi un ottimo baby tifoso, sono entrato per le prime volte nelle palestre di Pescara e dintorni e ho tentato i miei primi tiri durante l’intervallo quando le squadre rientravano negli spogliatoi. Nello specifico, dopo aver fatto agonismo di nuoto per 6 anni, decisi di voler iniziare uno sport di squadra e sono andato a provare con la Futur Basket. Ero molto indietro rispetto agli altri, ma per fortuna uno dei due allenatori mi prese in disparte tutto il primo periodo per darmi delle vere e proprie ripetizioni. Devo dire che l’altezza mi ha aiutato, sono alto 1,84 cm da quando avevo 11/12 anni e forse è anche grazie a essa se non ho smesso per provare altri sport”.
Una passione che ti ha portato anche fuori dall’Abruzzo: ci racconti l’esperienza in Veneto?
“I due anni cestistici in Veneto li porterò sempre nel cuore, in primis per le splendide persone che ho incontrato e che mi hanno fatto sentire parte di una grande famiglia. Dopo il liceo sono andato a vivere a Treviso per iniziare gli studi universitari a Venezia e ho trovato fortunatamente posto in una squadra locale (il Ponzano Basket) il cui presidente aveva origini pescaresi e dove aveva anche giocato mio cugino. A livello cestistico sono stati due anni importantissimi per me potendo terminare le giovanili e potendo anche far parte del roster di C Silver. Il mio allenatore, che approfitto per salutare, aveva militato anche in Serie A quindi ha saputo trasmettermi un sacco sia a livello tecnico che mentale. E il caso ha voluto che il secondo anno come vice allenatore ritrovai mio cugino che ha reso ancora più piacevole ogni serata di allenamento. Sempre durante il secondo anno ci siamo tolti un sacco di soddisfazioni partecipando al campionato di eccellenza regionale e arrivando anche ai play-off nonostante l’alto livello delle squadre. Due esperienze che non dimenticherò mai sono la trasferta in vaporetto per raggiungere Murano e la finale vinta al Palasport Taliercio con il Cus Venezia contro il Cus Padova di un piccolo torneo universitario al quale ho avuto la fortuna di partecipare”.
Il rientro nella tua regione invece, chi l’ha voluto?
“Sono tornato a casa per motivi di studio: dovevo terminare la triennale non conclusa a Venezia. A malincuore ho lasciato tutta la famiglia del Ponzano Basket, ma purtroppo le priorità erano altre. Ho avuto però subito l’occasione di iniziare ad allenarmi con l’Antoniana Basket e ritrovare dei vecchi compagni di squadra per affrontare il campionato di Serie D e iniziare così ufficialmente la mia esclusiva ‘carriera’ da senior”.
La partita più bella e quella che ti ha lasciato l’amaro in bocca?
“Di partite più belle te ne menziono due: una dal punto di vista della prestazione personale, una dal peso del risultato. La più bella a livello di prestazione penso sia stata una partita con l’under del Ponzano Basket dove misi a referto una quarantina di punti in trasferta su un campo difficile all’inizio della stagione; la più bella per il risultato penso se la giochino la prima finale regionale vinta con l’Amatori e Gara 2 di finale del campionato di Serie D dove abbiamo sconfitto la Robur 2-0 in seguito ad un campionato e a dei play-off davvero strani. La più brutta sicuramente lo spareggio perso al Pala Avenali dopo una partita punto a punto contro la Juve Caserta per andare a giocare le finali nazionali con l’under 17 dell’Amatori Pescara, uno sfizio che comunque ci siamo tolti in altri anni andando a confrontarci con delle vere e proprie corazzate”.
Sicuramente non potrai dimenticare la promozione in Serie C Silver con l’Antoniana Basket.
“Il primo campionato senior vinto non si scorda mai, soprattutto per come è arrivato questo titolo. L’anno prima eravamo usciti in semifinale contro i futuri vincenti dei play-off del Chieti Basket, ma non ci siamo abbattuti e ci siamo ripresentati con le colonne portanti della squadra della stagione passata più qualche innesto. Durante l’anno c’è stato un periodo di black-out totale dove non riuscivamo a trovarci in campo e delle defezioni da parte di alcuni giocatori importanti del nostro roster. Penso che proprio in quel momento ci sia scattata una scintilla o un semplice moto d’orgoglio per riunire lo spogliatoio e puntare dritti al titolo tanto voluto. In semifinale devo dire che abbiamo rischiato vincendo 2-1, ma dovendo recuperare due partite dal meno 15. Consci dei nostri mezzi ci siamo presentati in finale e ripresi la nostra rivincita tanto attesa quanto meritata”.
Poi… il Covid-19 e quasi due anni senza partite, come ha vissuto il lockdown?
“Durante il covid-19 inizialmente diciamo che i primi pensieri non sono andati al basket, ma alla guerra che purtroppo tutti, chi direttamente e chi indirettamente, abbiamo dovuto affrontare lontani dai nostri cari e dai nostri amici. Questa pandemia ha interrotto il campionato di C Silver che stavo disputando con l’Antoniana ma mi ha dato l’opportunità, l’anno successivo, di tornare nella società che mi ha cresciuto, ovvero l’Amatori. Anche questa è stata una bella esperienza, in un campionato nuovo per me (la C Gold), non tanto per le partite giocate (sono sceso in campo un paio di volte per una manciata di minuti) poiché avevo davanti giocatori di gran lunga più adatti e forti per il campionato, ma per poter tornare a respirare aria di sport dopo il lungo stop dovuto al Covid e potermi allenare tutti i giorni con dei professionisti in modo serio e rigoroso. Il campionato non è andato proprio alla grande, ma eravamo un bel gruppo e penso che con un poco di fortuna in più ed infortuni in meno avremmo potuto dire la nostra”.
Ora sei pronto a ripartire da casa tua cioè con lo Spoltore Basket, che campionato sarà?
“Meglio tardi che mai sono riuscito a far parte della squadra del paese dove abito: lo Spoltore Basket! Quest’anno parteciperemo al campionato di Promozione e oltre a quello che potrà essere il livello sono carico per iniziare. La squadra è unita, ci conosciamo tutti già da tempo e ci sarà da divertirsi. Sinceramente non è ancora uscito nessun calendario o formula da parte della Federazione e non saprei con che team ci confronteremo, ma penso che non bisogna mai sottovalutare il livello del campionato. Ci faremo trovare pronti anche per la gioia del pubblico che verrà a sostenerci”.