Campioni d’Italia per la seconda volta consecutiva: l’Acqua&Sapone Unigross si conferma leader italiano del futsal e rende l’Abruzzo sempre più patria di questo sport.
Dopo Stefano Mammarella, il numero 1 dei portieri italiani, torniamo in casa Acqua&Sapone per farci raccontare il segreto di questo nuovo successo da chi i ragazzi li prepara ogni giorno per tutto l’anno: il preparatore atletico Paolo Aiello a cui Postcalcium fa gli auguri più sinceri per l’arrivo ad agosto di Ludovica.
Per la seconda volta consecutiva trionfatori alle Final Eight: cosa si prova?
“Ripetersi non è mai semplice soprattutto se sei una società relativamente ‘nuova’ come la nostra. Siamo in Serie A dalla stagione 2010/11 e in nove anni abbiamo fatto tanto così come nell’ultimo anno e mezzo abbiamo fatto tantissimo. Annate storte, problematiche varie, non è stato semplice ma ora ci stiamo godendo tutto. Sacrificio, impegno e costanza sono gli elementi cardine anche di una società, la nostra, che ci fa da sempre lavorare nelle migliori condizioni possibili. Elementi noti alla proprietà che in passato ha avuto esperienza nel ciclismo e quindi ben sa come la ponderatezza è determinante nel gestire una società sportiva”.
Quali differenze ha trovato tra la vittoria dello scorso anno e questa?
“Lo scorso anno siamo arrivati alle Final Eight che avevamo da poco cambiato il tecnico; dovevamo dunque lottare per vincere e non era certo scontato il risultato. Quest’anno invece, da campioni in carica, avevamo una responsabilità e una consapevolezza molto più alta”.
Il futsal abruzzese conferma ancora una volta di dare grandi garanzie anche a livello femminile.
“Sì, anche le ragazze del Montesilvano potevamo raggiungere un risultato di prestigio sia lo scorso anno che ora. Purtroppo i rigori sono una lotteria dove non è solo fortuna ma anche emotività e tecnica. Se pensiamo poi che nel calcio a 5 i rigori sono solo tre, sbagliare il primo è un errore che pesa”.
Il preparatore atletico Paolo Aiello avrà un segreto per far vincere l’Acqua&Sapone Unigross?
“In realtà un segreto non c’è. Una squadra non si giudica solo dalle vittorie; determinanti sono passione, competenza e qualità. Se poi si trova il giusto mix tra questi elementi il risultato non può che essere positivo. E’ la gestione complessiva sotto tutti gli aspetti di una squadra il segreto per vincere”.

Rimanendo nel suo lavoro, come si può arrivare “freschi” a fine stagione dopo una lunga annata di partite?
“Bisogna guardare al principio e mai alla fine. Non si può cioè a inizio stagione pensare già a maggio. E’ necessario invece monitorare i ragazzi, conoscere i loro punti di forza, le loro debolezze e intervenire di volta in volta per migliorare e recuperare. E’ vero che, rispetto al calcio a 11 il futsal a diverso a partire dal campo di gioco ma i criteri sempre gli stessi: valutazione, monitoraggio, osservazione e gestione”.
Ha un sogno nel cassetto da realizzare?
“I sogni preferisco viverli e non tenerli nel cassetto. Sicuramente avere più occasioni di partecipare a manifestazione europee. Il vero sogno però è che il futsal esca del dilettantismo ed entrare nell’olimpo degli sport professionistici; sarebbe un passaggio importante per togliersi di dosso l’etichetta di ‘sport minore’. Etichetta che, ci tengo, è solo teorica dato che il calcio a 5 è lo sport più praticato al mondo”.