I Mondiali 2018 sono in corso e l’Italia non c’è… Per goderci un po’ d’azzurro in una competizione internazionale, dobbiamo aspettare il 2019. Sì, perché la Nazionale Italiana Femminile di calcio si è qualificata per la competizione che si svolgerà in Francia l’anno prossimo.
Rimanendo ai maschietti, la mancata partecipazione al torneo ha aperto il dibattito sullo stato del calcio italiano investendo un po’ tutte le categorie compresa quella dei giornalisti.
Infatti, in un corso di formazione obbligatoria dell’Odg Abruzzo si è parlato proprio di questo in un incontro dal titolo Mondiale senza l’Italia: L’impatto sullo sport nazionale, media ed economia che ha visto l’intervento dei media nazionali.
Ecco la loro opinione in merito.
Enrico Varriale (giornalista Rai):
“Il calcio è lo specchio della società. Frase fin troppo utilizzata ma mai come in questo caso assolutamente vera: le difficoltà vissute da un punto di vista sociale, economico e politico del paese, riflettono quelle che il calcio nostrano vive da tempo. E’ vero che nel 2010 e nel 2014 siamo andati ai Mondiale ma come siamo usciti? Con le ossa rotte. Per la Rai questa assenza è una ferita aperta; l’emittente pubblica ha legittimamente rifiutato di trasmettere la competizione per i costi troppo elevati preferendo acquistare i diritti in chiaro di una partita della Champions league che vedrà coinvolte quattro squadre italiane. Perché non ci siamo qualificati? I motivi sono diversi, sicuramente è necessario ripartire dal basso cioè dalla capacità di reperire giovani talenti nelle Asd e nei centri federali”.
Simona Rolandi (giornalista Rai):
“Ho vissuto in prima persona quella serata nera del 13 novembre 2017, forse la serata più brutta professionalmente parlando… Anche in studio non sapevo cosa dire, c’era un clima surreale e incredulo con gli ospiti Tardelli e Cabrini. Una tristezza che oltre i calciatori, ha invaso anche noi. Per la Rai è un’esperienza nuova in quanto non abbiamo praticamente nulla da fare e non so come racconteremo le immagini che avremo alle DS estiva che conduco. Il mio parere? Ritengo che questa assenza sia uno spartiacque: c’è un prima e un dopo per la Rai, l’economia e la società italiana sportiva. Una sorte di depressione dopo l’exploit del 2006 che vide un aumento anche dei consumi”.
Flavio Natalia (vice direttore Sky TG24):
“Il Mondiale per noi è stato un momento di svolta in quanto si tratta della kermesse calcistica più importante a livello mondiale e più unificante a livello nazionale. Basti pensare che i successi azzurri nel 1982 e nel 2006 hanno generato un boom economico incredibile. Noi di Sky siamo entrati in questa sfida nel 2005 quando decidemmo da tv per pochi, di entrare nel mondo della tv per tutti: eravamo percepiti infatti una televisione d’elite, visibile solo a determinate fasce sociali e invece, per l’evento del 2006, volevamo entrare nelle case di tutti. Fummo fortunati nella gestione delle partite grazie alla presenza di 8 canali dedicati 24 ore su 24 e all’eccellente organizzazione tedesca. L’assenza dell’Italia ha spinto anche noi a rifiutare la trasmissione delle partite di Russia 2018 destinando gli investimenti ad altri eventi sportivi di rilievo. Certamente è un’assenza che pesa e genererà una sorta di depressione anche nei consumi. Da operatore dico che se nel calcio italiano non cambia qualcosa, sarà difficile andare avanti”.