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Sportivi social: il parere del coach Max Cilli

Torniamo a parlare con il nostro coach Max Cilli. Questa volta abbiamo chiesto a Max si affrontare un tema di attualità: gli sportivi social. Quanto il web influisce sulla loro popolarità? Ecco la sua opinione!

Il 26 agosto 2017, si è svolto quello che, molto probabilmente, è considerato l’incontro dell’anno di pugilato, e che ha visto sul ring Mayweather veterano della Boxe contro McGregor Leader di MMA. Boxe contro MMA.

McGregor è arrivato sulla scena nel 2013, ed oggi secondo Time è uno dei 100 personaggi più influenti al mondo, ed uno dei 50 migliori testimonial sportivi secondo SportsPro in una sua ricerca effettuata l’anno scorso. Ha guadagnato di solo ingaggio da questo incontro una cifra vicina ai 100 milioni di dollari.

Come è stato possibile in soli 4 anni riuscire ad arrivare ad avere così tanto successo?

Esiste una risposta che va oltre la sua bravura come atleta, e si chiama “brand”. McGregor, oltre ad essere un professionista nel suo sport, è un professionista ancor più eccelso nell’usare i social. Senza entrare nei meriti numerici, che tutti possono andare ad osservare, McGregor ha milioni di follower tra i vari social, che fanno impallidire anche atleti forse più conosciuti alla massa per via dei mass media, ma che sono dilettanti al suo cospetto nel web.

Lui ha costruito la sua immagine creando un “dialogo” con i suoi fans e costruendo più o meno artificiosamente la sua immagine di povero arrivato dall’Irlanda ed oggi ricchissimo e sfacciato ragazzone che definirlo sopra le righe, per lo stile di vita che conduce, è riduttivo.

La domanda da farsi è: sarebbe mai stato fatto l’incontro con Mayweather se avesse avuto pochi migliaia di fans anziché milioni?

Se sì, avrebbe mai guadagnato quella somma? No di certo. Gli sponsor titolati, che fanno a gara per farsi rappresentare, non avrebbero tirato fuori quelle somme. Al limite McGregor poteva ricevere qualche centinaio di dollari da uno sponsor locale che gli avrebbe coperto le spese della giornata.

Stesso atleta, stessa preparazione, ma senza il brand che si è creato di sicuro non guadagnava quelle somme e sicuramente io non ero a citarlo in questo articolo.

Un altro esempio interessante è quello del Bari Calcio. Grazie alla creatività, alla freschezza, e alla spontaneità del suo giocatore Sciaudone, che si è fatto fotografare insieme ai suoi compagni con un cartello che recitava: “Comprate la Bari”, migliaia di fans hanno reso virale lo scatto, scongiurando dal fallimento la società che prima non voleva acquistare nessuno.

Avrebbe potuto fare lo stesso senza i social? Non credo.

Ma come è possibile che i attraverso i social si può creare un così alto numero di fans? La risposta è semplice. Con l’avvento del web 2.0 le nuove piattaforme, hanno reso possibile vivere il web da protagonista, e non più da semplice spettatore che si informa, quindi oggi, ad esempio, i 30 milioni di Italiani che seguono il calcio, possono avere notizie in tempo reale dai loro idoli, possono leggere i loro racconti, vedere le loro foto, e non ultimo spiare all’interno delle loro vite private, il tutto interagendo con loro.

Già pochi anni fa tutto questo era difficile, e ancor prima dell’utilizzo del web era impossibile. Per avere notizie del tuo atleta preferito dovevi aspettare gli eventi sportivi, o il telegiornale, oltre ovviamente alla carta stampata. La foto di Mazzola la avevi solo sulle figurine per intenderci.

Oltre questo aspetto, che rappresenta il mezzo, ci sono da considerare i risvolti di questa interattività, che sono poi quelli che creano la magia:

  • Il gruppo. Il fan, oltre ad interagire col suo mito, lo fa con altri appassionati, scambiando opinioni, consigli e notizie;
  • Centralità. Ognuno di noi può essere un protagonista e parlare ad un pubblico vasto esprimendo liberamente il suo pensiero, alimentando quella sana voglia di essere ascoltati che ognuno di noi vorrebbe avere;
  • Socialità. Grossa connessione con gli altri ed abbattimento di tutte le differenze di età, sesso, religione, estrazione sociale;
  • Tempo reale. Anche durante le competizioni gli atleti interagiscono con i fans, tanto è vero che nel 2011 per evitare distrazioni, alla Nazionale Neozelandese era stato impedito di usare i social durante tutta la durata della coppa del mondo. La stessa limitazione fu imposta a tutti gli atleti alle olimpiadi 2012 anche per motivi riguardanti la salute degli atleti e l’influenza che poteva avere sulle scommesse;
  • Divertimento. Poter avere informazioni in tempo reale, interagire con altri fans, “spiare” il nostro sportivo preferito nella sua quotidianità e tutto il resto che si può immaginare, è anche terribilmente divertente.

Insomma, i social uniscono, favorendo le relazioni tra sportivi e fan in una maniera impressionante ed impensabile fino a qualche anno fa.

Essere presenti è obbligatorio per tutti gli sportivi, pena l’impopolarità.

Essere presenti ed attenti a quello che si dice e si fa, altrimenti si abbassa la propria web reputation che oggi ha superato probabilmente per importanza la reputazione reale.

Tu che fan sei? Come usi i social con il tuo idolo? Mi piacerebbe conoscere il tuo pensiero in merito all’argomento.

Se siete curiosi di leggere gli atri articoli del coach, ecco quali temi ha affrontato con noi:

Il calciatore laureato

Sport coaching

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