Giornata di formazione professionale e si torna a parlare di sport. Questa volta il tema mi tocca due volte perché il titolo del seminario è stato Buone notizie dallo sport- quando l’informazione promuove valori.
Due volte perché si parla di comunicazione, il mio mestiere, e di sport la mia passione. E’ la seconda volta che Pescara ospita un momento sportivo-giornalistico dopo quello del 2014 che ha visto la partecipazione del giornalista Paolo Beltramo.
Anche in questa circostanza diversi i giornalisti che hanno partecipato al convegno tra cui Enrico Varriale e Simona Rolandi (entrambi di RaiSport).
Vediamo cosa hanno raccontato alla platea di colleghi.
Enrico Varriale: “Quando 8 anni fa fui contattato dalla UsAcli per cercare di capire che ruolo potesse avere al loro interno la comunicazione, ci venne l’idea di creare alleanze tra lo sport di vertice e lo sport sociale. Nacque così il Premio Bearzot: riuscita operazione di rete tra enti comunicatori (Figc e Coni) e le UsAcli dato che negli ultimi anni il valore del riconoscimento è cresciuto in maniera esponenziale nel suo esaltare le doti umane dei tecnici italiani più influenti. Diversi poi sono i progetti a livello territoriale con l’obiettivo di valorizzare il calcio sociale come a Benevento dove, il lavoro nei centri di accoglienza, hanno utilizzato il calcio quale forma di socializzazione tra i ragazzi”.
Danilo Di Tommaso (ufficio stampa Coni): “I Comitati olimpici, 206 nel mondo, hanno il vantaggio di trasformare ogni 4 anni le notizie sportive in una grande buona notizia che si chiama Olimpiade. Nel villaggio olimpico, infatti, si concretizza l’’Utopia’ cioè il vivere di una comunità all’interno di una stessa struttura per un periodo medio/lungo. Ovviamente negli anni ci sono stati grandi cambiamenti come le restrizioni a seguito degli attentati a Monaco durante i Giochi olimpici del 1972, ma la vita lì dentro non ha eguali. A Pescara nel 2009 avete avuto il Villaggio Mediterraneo, una piccola Olimpiade, che si è rivelato un gran successo perché ha unito atleti di paesi in conflitto che, nel nome dello sport, hanno vissuto in unione, comunione e appartenenza: i tre valori supremi dei Giochi Olimpici”.
Vincenzo Murè (ufficio stampa Acli): “La vera differenza sta nel modo in cui si racconta una notizia. E il modo migliore è farlo attraverso le storie. Per noi la fatica più grande è spiegare che le attività delle Acli non sono uno spot ma attività in cui credere davvero e non puro interesse. Giornalista e lettore sono i veri artefici del cambiamento della comunicazione”.
Simona Rolandi: “Abbiamo il dovere etico di promuovere valori morali. E’ vero che c’è una netta distinzione tra calcio e altri sport, parlare di valori in quest’ultimo caso viene quasi naturale e raccontare le Olimpiadi è raccontare l’eccellenza dei valori sportivi. Per il calcio troppo spesso si passa alla cronaca e sta noi far emergere soluzioni e trovare la sua essenza che troppo spesso si perde di vista. Dico che siamo una categoria privilegiata nel raccontare valori”.
Nel video Simona Rolandi parla del mondo del giornalismo sportivo al femminile.