Promozione in A Mino Bizzarri

Mino Bizzarri: “La promozione in A della Spal la sento mia”

Un sogno che si avvera, un traguardo raggiunto dopo 49 anni di attesa. Una città in festa e grata dell’obiettivo raggiunto: la Serie A.

Tra i tifosi euforici della promozione, c’è un ex giocatore spallino che ha lasciato un segno importante in quel di Ferrara. Si chiama Mino Bizzarri, di Roseto. Ho avuto modo di conoscerlo andando con lui proprio a Ferrara a presentare il suo libro Porte scorrevoli (Artemia Edizioni). Una persona verace, come gli abruzzesi sanno essere, di cuore e innamorato della Spal.

Per festeggiare la storica ed emozionante cavalcata ho voluto sentire proprio lui, Mino Bizzarri da Roseto.

Spal in Serie A dopo 49 anni. Mino Bizzarri, ex calciatore ora tifoso, come l’ha vissuta questa esaltante stagione?

“Sono stato a Ferrara 2 anni. Mi hanno amato, insultato, coccolato; insomma ne ho viste di tutti i colori ma è stato amore a prima vista anche perché, a Ferrara, la fame di calcio è infinita. Descrivere l’emozione per la promozione è difficile ma ti dico che è come se avessi vinto io il campionato, la Spal mi è rimasta dentro. Sono stato all’ultima partita e non mi aspettavo quello che è successo in campo: con il presidente e Mangoni (mio capitano all’epoca) siamo andati sotto la curva e lì ho pianto per i cori che mi hanno dedicato i ragazzi. Li avrò sentiti mille volte quando ero in campo da giocatore ma in quel momento, da fuori e sotto la curva gremita, ha tutto un altro sapore; è un momento che lascia senza parole. Dopo 23 anni i tifosi non si sono dimenticati di me e io non mi aspettavo tutto quel affetto. Non c’è stata una virgola fuori posto, il regalo più bello che il presidente potesse farmi. I tifosi spallini sono stati super, hanno inneggiato la squadra dall’inizio alla fine: un sintomo di affetto senza precedenti”.

Cosa e chi ha fatto la differenza?

“Tutti. Mister Semplici è stato bravo a gestire il bel gruppo con calciatori quotati e il Direttore sportivo Vagnati ha indovinato le integrazioni del mercato di riparazione a gennaio senza mutare gli equilibri. Un plauso anche alla società, determinante per vincere un campionato, che è sempre stata vicina alla squadra; così come il merito è della città: Ferrara è molto esigente, ha sempre visto il calcio ad alti livelli e non è facile giocare lì. La promozione a Ferrara è come vincere 5 campionati da un’altra parte. Sono fiero di aver giocato in quella città e di aver lasciato un simile ricordo”:

Guardando alla stagione 2017/2018, che campionato potrà fare la squadra ferrarese?

“Le potenzialità ci sono: il Direttore sportivo è capace e competente. Sicuramente non farà gli errore che in questa stagione ha fatto il Pescara anzi, credo che verrà fuori un gruppo capace di restare in Serie A se non qualcosa in più. Anche perché, aggiungo, il pubblico te lo permette: 10mila persone per le gare casalinghe ci sono sempre”.

Ti aspettavi la promozione a inizio stagione?

“No, mai. Ma a dicembre mi sbilanciai pensando alla finestra del calciomercato invernale, ed è andata bene. La competenza calcistica del tecnico ha poi permesso di creare la tattica giusta per arrivare primi”.

Ti manca la vita da calciatore?

“Sì, mi manca il pallone, il non poter scendere in campo. Stare con i ragazzi oggi mi aiuta ma è del clima spogliatoio che sento la mancanza”.

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