Alex Zanardi

Alex Zanardi, il coraggio della semplicità

Come posso fare quello tutto quello che devo fare senza gambe?

E’ la frase che più mi ha colpito del libro Volevo solo pedalare…ma sono inciampato in una seconda vita, il libro di Alex Zanardi con Gianluca Gasparini.

Un racconto, il racconto di una vita (la seconda) di un grande uomo; perché Alex è in primis un uomo e poi un atleta il quale ha ripreso in mano la sua vita nell’attimo immediatamente successivo l’operazione, in un letto d’ospedale a Berlino.

Leggere in quelle pagine sempre la stesse parole: sacrifico, provare sempre, non mollare mai. Questo è il fil rouge della sua vita che lo ha portato dalla F1 alla Formula 3000 all’IndyCar per giungere all’handbike. E’ qui che avviene ciò che non ti (mi) aspetto: una nuova passione per le due ruote. Da un volante a un manubrio, nessuna differenza, nessuna recriminazione ma solo sacrificio, emozioni, ansie.

Insomma, tutto uguale; come se non fosse cambiato niente, come se non ci fosse mai stato di mezzo un incidente che poteva portagli via la vita. Invece gliene ha data una seconda.

Lui torna in pista insieme ai suoi amici, a quelle persone che lo hanno aiutato nel suo percorso, a Podestà conosciuto in un autogrill, alla sua handbike. Letteralmente sua perché l’ha inventata Alex Zanardi. Sì, la passione per la meccanica lo ha portato a costruire pezzo pezzo il suo mezzo, a sperimentare quanto fatto durante allenamenti e gare, a farsi male e poi ripartire con la stessa carica anzi, di più!

Un uomo che non si ferma davanti a nessun ostacolo: lo guarda, lo studia e lo supera. Punto. Uno spirito che lo portato a partecipare a un Triathlon e due Olimpiadi (Londra 2012 e Rio 2016) andando a medaglie d’oro e d’argento.

Lui che solleva la sua handbike, rappresenta il coraggio, la forza, l’umiltà nel riconoscere e apprezzare quello che di straordinario fanno gli altri atleti paralimpici; nel suo sentirsi non un eroe o un mito ma semplicemente un uomo a cui la vita ha dato una seconda occasione.

Alla fine quando ho chiuso libro, ho avuto la sensazione di aver letto la biografia di un atleta con la “A” maiuscola. Stop.

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