Da quattro anni alla guida del Coni Abruzzo, in attesa delle elezioni (previste a marzo) per il rinnovo delle cariche regionali e nazionali che si tengono al termine del quadriennio olimpico. Stiamo parlando di Enzo Imbastaro (nella foto) con quale abbiamo approfittato per fare un bilancio della sua gestione e una panoramica sullo sport abruzzese in questo 2016 appena terminato.
Presidente Imbastaro, che bilancio si sente di fare della sua gestione al Coni Abruzzo?
“Credo siano stati quattro anni positivi. Diciamo anche che lo stesso Coni ha cambiato la sua mission: da ente deputato prevalentemente alla preparazione degli atleti di ‘livello’ in vista delle competizioni internazionali, è diventato una sorta di ministero dello sport che si occupa di diffusione e promozione della pratica sportiva soprattutto nelle scuole primarie dove, purtroppo in Italia, non vince ancora codificata all’interno dell’attività motoria istituzionale. Il Coni quindi sta cercando di coprire questo spazio fondamentale con il ministero attraverso una serie di progetti e iniziative ancora però non in grado di coinvolgere tutte le classi a causa di carenza di fondi. In Abruzzo siamo fortunati perché, anni fa, l’assessorato regionale alla Sanità, recepì un mio allarme in tema di obesità infantile che vede la nostra regione ai primi posti che portò, nell’ambito della programmazione delle attività del Piano di prevenzione regionale a finanziare un progetto, formulato da noi con le due facoltà di Scienze motorie di Chieti e L’Aquila e l’Ufficio scolastico regionale, attraverso il quale le 1 e le 2 classi delle scuole primarie d’Abruzzo (20mila i bambini coinvolti) praticano due rose di attività motoria al giorno grazie all’impegno di 150 insegnati di Educazione fisica. Non solo: con il Miur abbiamo realizzato il progetto Sport in classe che interessa le 3, 4 e 5 classi con due ore al mese di attività fisica. Ecco, attraverso queste iniziative, speriamo di invertire la tendenza e vedere dei risultati”.
Che bilancio possiamo tracciare invece dello sport abruzzese 2016?
“L’anno è stato positivo nonostante le difficoltà economiche affrontate soprattutto dalla associazioni dilettantistiche che fondono la loro attività prevalentemente sul volontariato ma che riescono a raggiungere traguardi importanti. Mi scuso sin da ora se dimentico qualcuno ma, oltre a citare la promozione in A del Pescara calcio, non possiamo dimenticare la promozione nella massima serie della squadra femminile di pallanuoto, oppure i risultati dell’Armonia di Chieti: società sportiva di ginnastica ritmica affermata realtà a livello nazionale, così come la Virtus. squadra di bocce de L’Aquila. La pallavolo, con due squadre in A2; le attività sportive svolte dai disabili come l’Amicacci di Giulianova, basket in carrozzina, sempre ai vertici nazionali e Pierpaolo Addesi settimo nella gara di ciclismo paralimpico a Rio 2016. E, per rimanere in tema Olimpiadi, facci tre nomi: Nicolai argento nel Beach Volley, Di Fulvio bronzo nella pallanuoto e Spacca in finale nella staffetta 4×4 femminile. Insomma, una piccola delegazione abruzzese in Brasile che però è tornata in patria carica di medaglie e onori”.
L’impiantistica sportiva abruzzese: come sta? Le scosse che hanno colpito il Centro Italia, hanno provocato danni alle strutture?
“I veri problemi ci sono in provincia di Teramo, la più colpita. Abbiamo dovuto rimandare alcune attività a causa della chiusura delle scuole per i necessari controlli di sicurezza. A L’Aquila la situazione, dopo il sisma del 2009, sta ripartendo con l’apertura di parecchi impianti come quello di atletica e finalmente, dopo un’attesa di 15 anni, a L’Acquasanta è stato è stato aperto lo stadio di calcio. Un’operazione importante in fase conclusiva che stiamo portando avanti, è il censimento di tutte le strutture pubbliche e private presenti in regione grazie ai fondi della Legge regionale sullo sport. Abbiamo pubblicato a suo tempo un avviso pubblico per cercare quattro ingegneri che, dal 1 gennaio 2016, stanno realizzando questo censimento. Da lì si potranno verificare le reali necessità della regione e sarà accessibile a tutti i cittadini che avranno così modo di scegliere l’impianto più idoneo dove praticare sport per loro e i loro figli. I risultati saranno presentati in un convegno al fine di discuterne i punti di forza e criticità”.
L’Abruzzo e il mondo dello sport femminile: la posizione del Coni?
“Siamo in linea con la situazione nazionale che vive una fase di grande miglioramento rispetto a 30 anni fa. Se per esempio guardiamo le ultime Olimpiadi, la presenza femminile è stata molto vicina al numero di atleti maschi e la percentuale è in aumento di anno in anno col risultato che le donne sono più vincenti degli uomini forse perché la loro ipotetica ‘arretratezza’, le motiva a dare di più. Il Coni Abruzzo sta facendo di tutto per ridurre al minimo il gap ma ritengo che il vero problema sia un altro: l’abbandono della pratica sportiva tra i 15 e i 16 anni. Un problema che coinvolge maschi e femmine e che considero frutto della società attuale altamente competitiva. Mi spiego: un ragazzo che a 16 anni si accorge di non ottenere risultati, si butta giù e abbandona lo sport. È lì l’errore perché è quella l’età più a rischio di devianza ed è lì che lo Stato deve intervenire per agevolare l’attività sportiva di questi giovani. Personalmente faccio sempre un esempio: se una società sportiva con una cinquantina di ragazzi fallisce per motivi economici, questi giovani si ritrovano per strada. Se anche solo uno di loro prende una cattiva via, costa di più alla comunità il suo recupero piuttosto che dare un contributo alla società sportiva per sopravvivere. È un esempio che faccio da anni ma rimane ancora inascoltato”.