mila e shiro

Lo sport femminile a fumetti

I fumetti e lo sport: la “nona arte” al servizio delle attività sportive. Un bel connubio per un duplice motivo: il fumetti è accessibile a tutti, proprio come lo sport; attraverso il fumetto si possono far passare tanti messaggi etici e sociali esattamente come fa lo sport quando esprime al meglio i suoi valori.

Non dimenticherò mai il mitico cartone animato Holly e Benji: passavo pomeriggi interi ad aspettare di vedere le loro imprese davanti a un panino con la Nutella! Era il mio cartoon preferito e non poteva essere altrimenti data la mia passione viscerale per il calcio..

Adesso che gli anni sono passati, ed è cambiato il modo di vedere le cose, mi pongo una domanda: ma il mondo del fumetto, è solo maschile? La risposta, ovviamente, è no. Basta a pensare a Mila e Shiro, la coppia della pallavolo, altro capolavoro del mondo animato.

In realtà ho scoperto che sono diversi i disegnatori che hanno dato spazio alle imprese delle atlete; una piacevole scoperta fatta grazie al web navigando nel quale, mi sono imbattuta in I fumetti e lo sport a cura di Enzo Linari all’interno della Collana Toscana Beni Culturali pubblicata nel 2008. Una raccolta completa dei più grandi vignettisti italiani e internazionali nella quale il tema comune sono state le Olimpiadi.Holly e Benji

Veniamo ora al cuore dell’argomento e vediamo chi e quali sport al femminile sono stati disegnati.

Pugilato. The Phantom di Lee Falk, disegni di Ray Moore (1936). Laura Palmer è tra le protagoniste e rende la figura femminile molto emancipata per l’epoca.

Arti marziali. Judo. Sobakkasu di Shota Kikushi (1994). In questo manga trova espressione la figura femminile di Hajime Hinomoto la quale, grazie ai suoi successi sportivi, riesce a riscattare il proprio aspetto non proprio grazioso che la espone alla derisione di tutti.

Ginnastica artistica e ritmica. La leggenda di Hikari di Aso Izumi (1986). La protagonista, Hikari Kamijou, scopre la passione per la ginnastica ritmica e, pur non avendo eccelse doti naturali, riesce a competere con le migliori campionesse. Ricordiamo che la disciplina olimpica a Los Angeles nel 1984 solo per le donne.

Scherma. Gea di Luca Enoch (2006). La giovane, che all’apparenza ha una vita normale, in realtà assolve al compito di difendere la Terra da terribili entità extraterrestri.

Softball. Tetsuwan Girl di Tsu Tomo Takahashi (2000). Manga nel quale si pone l’accento su un momento importante dell’incontro: la lanciatrice, che rappresenta il Giappone che vuole sollevarsi dopo la II Guerra mondiale, contro la più esperta battitrice che rappresenta l’America occupante,

Tennis. Ace Wo Nerae! Di Sumika Yamamoto (anni 70). Protagonista è Hiromi Oka, studentessa liceale che arriva al successo sportivo a prezzo di rinunce anche sentimentali.

Golf. Satanik di Max Bunker (Luciano Secchi) e Magnus (Roberto Raviola) del 1964. Nato per dimostrare come questo sia uno sport adatto ance al gentil sesso.

 

Un po’ di storia (da “I fumetti e lo sport”)

Il processo di emancipazione della donna, ha portato anche nello sport un sostanziale progresso. Nell’antichità infatti le donne non solo non potevano gareggiare ma nemmeno assistere alle gare olimpiche, pena la morte. Nel XIX secolo poi, nei paesi anglosassoni, le donne cominciarono a praticare alcuni sport ma fu solo con le Olimpiadi di Atene del 1896 che alcune atlete parteciparono, a titolo di esibizione, alle gare di tennis e tiro con l’arco.

La svolta avvenne con la francese Alice Milliar la quale organizzò campionati femminili di vari sport, obbligando in Comitato olimpico a inserire molte gare “rosa” a partire dalle Olimpiadi di Amsterdam del 1928.

Da allora il progresso di eguaglianza è andato avanti anche se nel mondo a nuvolette, il peso pende ancora verso l’universo maschile…

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