Postcalcium torna a parlare di diritto sportivo, dopo l’intervista all’avvocato Guido Martinelli, questa volta ci occupiamo dell’Associazione italiana avvocati dello sport nata nel 2013, a carattere volontariato e senza scopo di lucro. Nell’articolo 2 dello Statuto dell’Associazione, si legge che tra gli scopi della stessa c’è la “valorizzazione del patrimonio giuridico ed economico della materia sportiva”.
Per conoscere meglio l’Aias e una materia così complessa come le leggi che regolano il mondo dello sport, abbiamo sentito il presidente dell’Associazione Salvatore Civale.
Quali i presupposti che hanno portato alla nascita dell’Associazione italiana avvocati dello sport? E quali sono le sue finalità?
“L’Associazione italiana avvocati dello sport è un’associazione senza scopo di lucro a carattere volontario. L’Associazione è nata per colmare un vuoto in ambito nazionale, ovvero ricoprire il ruolo guida di associazione di riferimento per gli avvocati e i giuristi che si occupano sempre più frequentemente di questioni legate al diritto sportivo. La finalità principale dell’associazione è quella di consolidare un network di avvocati specializzati in materia e favorirne la formazione continua adottando tutte le iniziative utili in tal senso (quali ad esempio l’organizzazione di seminari, convegni e soprattutto la diffusione di testi e pubblicazioni scientifiche)”.
Avvocato dello sport. Perché questa scelta?
“Si parte sempre dalla passione: ritengo che sia un elemento indispensabile quando si sceglie di dedicarsi ad una materia, quale il diritto sportivo, in passato dai più sottovalutata, anche in ambito accademico (ricordo ancora quando si parlava di un “diritto con i calzoncini” con riferimento al diritto sportivo). Dopo i primi inizi da civilista, la ‘specialità’ della materia sportiva e la sua multi-disciplinarietà ha favorito un’esponenziale crescita di interesse personale per la materia rafforzata dalla gestione di tanti casi che hanno coinvolto atleti, clubs e federazioni”.
Secondo lei, in cosa è cambiato il calcio, e lo sport in genere, in quest’ultimo decennio?
“La nostra società è in continua evoluzione ed anche lo sport cambia. Dal punto di vista regolamentare si sono susseguiti diversi interventi normativi in materia sia in ambito sportivo (da parte del Comitato olimpico nazionale italiano e delle federazioni sportive) sia in ambito statale con nuove leggi (basti pensare al recente intervento legato alla cittadinanza sportiva). Nonostante tali interventi, si sono ripresentati purtroppo tutti i problemi degli anni passati: crisi economiche delle società (abbiamo assistito inermi alla drastica riduzione delle società di calcio appartenenti alla lega pro nonché al caso Parma), episodi di violenza in occasione di eventi sportivi (impossibili citarli tutti), utilizzo di sostanze dopanti (ancora oggi e non solo nel ciclismo) i grandi scandali (calciopoli, calcioscommesse, dirtysoccer, etc.) ed infine l’inadeguatezza degli impianti sportivi italiani. Le criticità del settore sono evidenti ed ancora oggi è impossibile affermare quando possano definirsi del tutto risolte. Il quadro che emerge rappresenta di certo un freno per investimenti nel settore, soprattutto da parte di capitali esteri, rallentando la crescita del nostro paese, anche nello sport, confrontato con altri paesi all’avanguardia. Di positivo c’è di certo la passione dei tifosi italiani, di qualsiasi sport, senza pari nel mondo e la voglia di emergere dei giovani atleti, determinati a raggiungere l’obiettivo più ambito, la vittoria nello sport e nella vita”.
E il ruolo dell’avvocato sportivo, quali mutamenti ha subito nel corso nel tempo?
“L’avvocato che si occupa di casi di diritto sportivo (dal doping, alle procedure federali, al contenzioso internazionale, alla contrattualistica) è obbligato oggi, come in passato, ad aggiornarsi e formarsi periodicamente non solo in diritto sportivo, ma in tutte le altre branche collegate, quali ad esempio il diritto civile, diritto del lavoro, diritto internazionale, diritto commerciale, diritto d’autore, diritto penale. La storia ci insegna che anche una decisione di un organo giurisdizionale (su tutte la celebre Sentenza Bosman resa dalla Corte di Giustizia delle Comunità europee nel 1995) può far si che vengano riscritte le regole di funzionamento dello sport. Sono dell’avviso quindi che un avvocato interessato ad occuparsi di diritto sportivo debba ancor di più prestare attenzione non solo alle novità normative e regolamentari del settore ma anche e soprattutto ai precedenti giurisdizionali”.
Nel nostro paese sono molte le realtà sportive costituite come Associazioni sportive dilettantistiche. A livello legale, che differenze ci sono con le società sportive?
“La differenza più rilevante (ma non l’unica) tra Associazioni sportive dilettantistiche e Società sportive dilettantistiche è in tema di responsabilità. Trova applicazione per le associazioni, l ‘art. 38 del Codice Civile secondo cui i terzi possono far valere i loro diritti a seguito di obbligazioni assunte da persone che rappresentano l’associazione non solo sul fondo comune associativo ma anche nei confronti delle persone che hanno agito in nome e per conto dell’associazione le quali rispondono personalmente e solidalmente. La Società sportiva dilettantistica, invece, dispone di un capitale sociale e risponde delle sue obbligazioni solo nella misura dello stesso”.
Ultima domanda: consiglierebbe a un neo laureato di fare il suo lavoro?
“La mia risposta è positiva perché c’è tanta richiesta, sia in ambito nazionale che internazionale, di avvocati e giuristi capaci di assistere e consigliare gli stakeholders del mondo dello sport. E’ una professione molto dinamica da svolgere con un atteggiamento proactive puntando soprattutto alla formazione professionale nella prima fase di avvicinamento alla materia”.