Sono felice di svelarvi il mio futuro. Dopo aver ponderato e riflettuto con molta attenzione penso di essere arrivata a una bellissima ed emozionante decisione di ciò che definisco progetto. Ho deciso di creare una #ScuoladiPerfezionamento così da poter dare il mio contributo a tutti coloro che ne avranno necessità o avranno il piacere di condividerlo con me. Ciò che mi ha contraddistinto nella mia carriera con molta modestia spero di trasmetterlo a chi ha voglia di apprendere. Sarà decisamente un nuovo modo di poter affinare le qualità tecniche, calcistiche, mirate al perfezionamento del singolo attraverso allenamenti specifici, situazionali, applicati e tecnici. Vi presento quindi ufficialmente la Asd Simona Sodini.
Così sui social il nuovo progetto di sport e di vita Simona Sodini, attaccante del Torino e mamma di due splendidi bambini.
Un progetto del quale volevamo sapere di più e così l’abbiamo raggiunta telefonicamente per farci spiegare i dettagli.
Innanzitutto in bocca al lupo e complimenti per la tua nuova avventura: Asd Simona Sodini. Ci racconti di cosa si tratta?
“Grazie mille! Nasce come Scuola di perfezionamento calcistico soprattutto tecnico e di tecnica di base applicata. E’ una scuola che avevo già in mente di fare tempo fa ma non sono mai riuscita a concretizzarla. Solo ora si sono create le condizioni per metter su il tutto; ci tengo a sottolineare che non è una scelta legata allo smettere di giocare perché mi sono presa del tempo prima di giungere a una decisione. E’ un progetto che ho voluto a tutti i costi, fondato sul mio modo di giocare e vedere il calcio. Volevo mettere a disposizione di bambini, bambine e ragazzi/e la mia tecnica e la mia esperienza. Età? Dai 5 anni in su ma non sono esclusi ragazzi/e più grandi”.
Il progetto da quali basi prende forma?
“Ho sempre detto che non avrei mai fatto l’allenatore; inizialmente sarò operativa sul campo, successivamente sarò una supervisore. Un reale motivo che mi portato a fare questa scelta non c’è, volevo e voglio restare nello sport. Gioco da quando sono piccola e anche come lavoro non volevo abbandonare questo mondo”.

Qual è la mission della tua Scuola di perfezionamento?
“L’obiettivo è crescere, cercare una sede a Torino e magari in futuro avere più sedi in Italia diffondendo quindi questo metodo”.
Veniamo alla stretta attualità: il calcio maschile è tornato in campo, il calcio femminile no. Cosa ne pensi?
“Da calciatrice dico che non è stato bello stare fermi tutto questo tempo e quello che volevo di più era proprio tornare a giocare. Dall’altro lato capisco gli interessi economici che il calcio maschile genera e che il calcio femminile non ha. Si poteva riprendere? Non saprei perché ritengo che il calcio femminile non ha ancora un’organizzazione tale da sopportare una simile situazione; forse alcune squadre come Juve, Milan e Fiorentina avrebbero le forze per farlo, ma la maggior parte non lo sono. Credo che non si sia ripreso proprio per l’assenza di omogeneità nelle società anche in termini di sicurezza”.
Una delle soluzioni di cui si parla per poter risolvere questo tipo di questioni è il professionismo, può essere secondo te la strada da intraprendere?
“Mi auguro di sì, perché è chiaro che il calcio femminile non è tutelato: l’arrivo del Codiv-19 ha stoppato il campionato, bloccato gli stipendi e praticamente, all’improvviso, non siamo state più calciatrici. Bisogna quindi lavorare di più sulle tutele e sul professionismo. E’ arrivato il momento”.
Il lockdown ha in qualche modo fermato la rincorsa che il calcio femminile aveva iniziato grazie alle ragazze mondiali. Credi che abbia la forza di tornare a correre?
“Sicuramente ci saranno dei problemi. Con i Mondiali la nostra visibilità aveva davvero preso la rincorsa; ora non so quanto gli investitori e gli addetti abbiamo voglia di far riprendere la corsa. Credo che all’inizio sarà dura, speriamo nel sostegno delle società maschili e negli investimenti dei grandi marchi”.
Chiudiamo con un’ultima domanda: come ha trascorso la quarantena Simona Sodini?
“Avendo due bambini non mi sono mai fermata e mai annoiata. Mi sono sempre allenata in giardino quando non si poteva uscire, poi ho ripreso anche la corsa”.